martedì 27 settembre 2011

ALTRO CHE CAMERA E SENATO,LA CASTA STA NELLE REGIONI

Altro che Camera e Senato, la Casta sta nelle Regioni. Il governo ha provato a metterle a dieta ma dopo il naufragio del piano presentato da Tremonti, che avrebbe ridotto poltrone e auto blu, è rimasto solo l’articolo 14 della manovra a ridurre le spese. Prevede di tagliare il numero di consiglieri e assessori. Ma le Regioni non ci stanno. Secondo la manovra dalla prossima legislatura i consiglieri regionali dovranno essere in proporzione al numero dei cittadini stabilito dal censimento del 2001. A conti fatti ci sarebbe un taglio di almeno una decina di poltrone ogni ente. Non solo. Lo stesso provvedimento prescrive che gli assessori non siano più di un quinto dei consiglieri, cioè da 2 a 6 in meno ciascuno rispetto ad ora. Un risparmio rilevante ma soltanto virtuale visto che le Regioni, proprio in questi giorni, hanno sferrato la controffensiva. In nome dell'autonomia legislativa e delle norme contenute nei singoli statuti, gli enti locali rimandano al mittente l'articolo taglia posti. Certo qualche governatore avverte che è pronto a varare piani anti-sprechi, ma per ora niente di concreto. Nello stesso tempo restano le proteste verso l'esecutivo per la riduzione dei trasferimenti, soprattutto quelli che finanziano i trasporti pubblici che obbligheranno le Regioni alla riduzione dei servizi. Ma le poltrone non si toccano. Se Montecitorio costa ai cittadini più di un miliardo all'anno e Palazzo Madama oltre 500 milioni di euro, gli enti locali non fanno grandi economie. La busta paga di un consigliere regionale è di poco inferiore a quella di un parlamentare. Anche se i benefici, in alcuni casi, sono di gran lunga maggiori. Nel Lazio, ad esempio, il vitalizio (da 3 a 6 mila euro netti al mese secondo le legislature trascorse alla Pisana) viene assegnato a 50 anni (con una piccola detrazione rispetto alla cifra intera che si porta a casa allo scoccare dei 55 anni). Per non parlare delle Commissioni: nel Lazio sono 20, contro le 8 della Lombardia (nelle altre Regioni sono ancora meno) o dei monogruppi (partiti con un unico consigliere che, tuttavia, hanno una segreteria di 5 persone e un'indennità specifica di 1.800 euro al mese in più per il capogruppo). Torniamo ai dati. Secondo lo schema del governo, il Lazio passerebbe dagli attuali 70 consiglieri (più il seggio del governatore) a 50, mentre gli assessori scenderebbero da 16 a 10. In Abruzzo il Consiglio perderebbe dieci posti (da 40 a 30) e quattro assessori (da 10 a 6). Il Piemonte avrebbe 50 consiglieri invece di 60 e 10 assessori (ora sono 11). La Lombardia resterebbe con le stesse poltrone mentre il Veneto avrebbe una riduzione di dieci seggi e di 2 assessori, come quasi tutte le altre Regioni. L'articolo 14, del resto, è chiaro: prevede 20 consiglieri per gli enti locali fino a un milione di abitanti (Umbria, Molise e Basilicata), 30 fino a 2 milioni, 40 fino a 4, 50 fino a 6 milioni, 70 fino a 8 e, infine, 80 consiglieri per più di 8 milioni di abitanti (la Lombardia). Ma non è tutto. La manovra del governo prevede anche che le Regioni dicano addio ai vitalizi dei consiglieri e tornino al sistema previdenziale contributivo. C'è poi il caso del Molise, dove si voterà tra una quindicina di giorni. Secondo il decreto del prefetto, che applica la vecchia legge 108 del '68, i consiglieri da eleggere sono 30. Invece secondo l'articolo 14 della manovra il Consiglio regionale del Molise dovrebbe essere composto da 20 consiglieri. Come andrà a finire? In ogni caso, le Regioni non ci pensano proprio a modificare i loro Statuti secondo le «indicazioni» del governo. Ha protestato per primo il presidente del Consiglio regionale dell'Umbria e vice coordinatore nazionale della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome, Eros Brega, che ha bocciato l'articolo 14: «È palesemente incostituzionale». E se il presidente del Consiglio del Lazio, Mario Abbruzzese, spezza una lancia in favore delle inevitabili misure del governo per fronteggiare la crisi ma avverte che il provvedimento «si pone in netto contrasto con l'autonomia delle Regioni», va controcorrente il governatore della Puglia Nichi Vendola che due settimane fa ha annunciato: «Farò ricorso alla Corte costituzionale contro tutti gli aspetti di dubbia costituzionalità della legge di bilancio, ma non farò ricorso sull'indicazione prescrittiva dei 50 consiglieri come numero massimo, perché la trovo un'indicazione di sobrietà che condivido e che ho fatto mia». Un'eccezione. Mentre i tagli si allontanano.

Alberto Di Majo



http://www.iltempo.it/politica/2011/09/25/1288411-nelle_regioni_poltrone_blindate.shtml

domenica 25 settembre 2011

LA BEATA IGNORANZA

Gelmini, che gioia per i neutrini
"Quel tunnel tra Svizzera e Abruzzo"

Il ministro dell'Istruzione Università e ricerca si lancia in un comunicato entusiastico per la scoperta sui neutrini. E scivola paurosamente in un tunnel lungo dalla Svizzera all'Italia. "Per realizzarlo l'Italia ha partecipato con ben 45 milioni di euro".

mercoledì 21 settembre 2011

LO STATO ITALIANO NON CEDE - CHIESTO IL RINVIO ALLA GRANDE CAMERA

Lo Stato Italiano ha chiesto il rinvio alla GRANDE CAMERA della sentenza ( ricorrente AGRATI + altri contro MIUR ) della Corte EDU, ottenuta dall'avv. SULLAM in data 7 giugno 2011. Pertanto la Grande Camera potrà decidere di respingere la richiesta oppure di accoglerla, e in questo caso la causa verrà decisa dalla stessa Grande Camera della Corte di Strasburgo con sentenza definitiva.
Per leggere il ricorso collegarsi al seguente link:
http://www.governo.it/Presidenza/CONTENZIOSO/comunicazione/allegati/rinvio_sentenza_AGRATI.pdf


mercoledì 7 settembre 2011

NOTA DELL'AVV.SULLAM

Egregio Signor Lo Verso, Le allego la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ottenuta dal valoroso collega Nicola Zampieri. E' senz'altro un grande passo avanti per tutti gli ATA ex EE.LL., che hanno ancora delle cause pendenti avanti i Tribunali (pochi), le Corti
d'Appello e la Cassazione (numerosi), perchè la sentenza dei giudici del LUSSEMBURGO (Scattolon) è direttamente applicabile nei giudizi in corso, mentre la precedente sentenza della CEDU di STRASBURGO (Sentenza Agrati), pronunciata nelle note cause da me promosse, impone al giudice interno di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, che dovrebbe pronunciarsi per la terza volta sull'illegittimità del famigerato "comma 218", ma questa volta adeguandosi alla decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.
Ciò detto, Le preciso anche che fino ad oggi - 7 settembre 2011 mattina - la Corte Europea non mi ha dato comunicazione dell'eventuale reclamo dello Stato italiano contro la sentenza Agrati: il termine, tuttavia, non è scaduto e le comunicazioni non sono immediate. Pertanto dobbiamo
ancora aspettare per sapere se la sentenza Agrati diventerà definitiva.
Come vede, la vicenda degli ATA si è ribaltata, grazie al testardo lavoro di pochi avvocati e alla decisione di parecchi lavoratori di difendersi fino in fondo.Non possiamo però cantare vittoria.
Abbiamo ottenuto due successi che sembravano impossibili, ma sappiamo che lo Stato farà di tutto per non rispettare i vostri diritti.
Dovremo studiare con grande attenzione le prossime mosse da fare, su ogni piano: quello dei giudizi ancora pendenti; quello della difesa degli ATA contro cui lo Stato ha avviato il recupero forzoso delle differenze retributive corrisposte dopo le sentenze favorevoli, poi riformate in Appello o Cassazione; quello delle iniziative delle OO.SS. che - questa è una mia opinione basata sull'esperienza decennale - faranno ogni sforzo per dare una mano al governo.
A mio parere. quindi, è fondamentale che il personale ATA ex EE.LL., in servizio o in pensione, si organizzi e si attivizzi per l'affermazione definitiva dei propri diritti.
Ci sentiremo nel corso delle prossime settimane sugli sviluppi, giudiziari e non giudiziari, della "Odissea ATA" e sarà preziosa la diffusione delle notizie e delle iniziative tramite i blog ATA, su cui la prego di pubblicare subito questa mail.
Cordiali saluti a Lei e a tutti gli ATA.
Avv. Isacco Sullam






PER LEGGERE LA SENTENZA COLLEGARSI AL SEGUENTE LINK




http://www.dirittodeiservizipubblici.it/sentenze/sentenza.asp?sezione=dettsentenza&id=3647

Il Sole 24 ORE














martedì 6 settembre 2011

CORTE EUROPEA - ATTESA -

Il 7/9/2011 la sentenza " Agrati " diventerà definitiva se entro tale data lo Stato italiano non richiederà il rinvio del caso alla “Grande Camera” della Corte di Strasburgo (è una sorta di appello).
La “Grande Camera” potrà decidere di respingere la richiesta di rinvio e in questo caso la sentenza diventerà definitiva; oppure di accoglierla, e in questo caso la causa verrà decisa con sentenza definitiva dalla Grande Camera stessa.
L'avv. SULLAM che si sta prodigando al massimo sulla nostra questione, sicuramente ci farà sapere le novità in merito.