martedì 23 dicembre 2008

AUGURI


REVOCA TESSERE

CARI COLLEGHI
Cari colleghi, sono Leonardo Agueli da Castelvetrano(TP). Colgo l'occasione per augurare a tutti Voi un buon Natale e che l'anno nuovo ci porti finalmente il tanto sospirato sogno: avere finalmente riconosciuti tutti i nostri diritti. Ho riflettuto molto su come far svegliare i sindacati confederali e sono arrivato alla determinazione che forse se tocchiamo le loro tasche si sentiranno più fortemente sollecitati a svegliarsi. Sto cercando di dirvi che in Italia su 60/70mila colleghi almeno 20mila hanno la tessera del sindacato e se questi colleghi nell'arco di una settimana dessero tutti le dimissioni i sindacati verrebbero a perdere circa due milioni e quattrocentomila € all'anno. (Considerate 120€ x 20000.) Se ritenete che il mio suggerimento possa essere messo in atto adottiamo la strategia che riterrete più opportuna. In provincia di Trapani ci sono almeno 200 colleghi disponibili. Leonardo Agueli

sabato 20 dicembre 2008

REPORT

Gentili telespettatori, nel prossimo ciclo di puntate Report si occupera' delle problematiche della scuola (elementare, media, superiore e universita'), delle sue condizioni, dei tagli e della riforma. Ci interessano le vostre testimonianze e segnalazioni, chi ne avesse e' pregato di inviare una mail all'autrice della puntata Stefania Rimini all'indirizzo s.rimini@rai.it.
Cordiali saluti. Redazione Report.

MESSAGGIO DI MARCO DAMASCENI

Con alcuni colleghi di Livorno stiamo tentando di fare una specie di censimento di chi deve restituire i soldi avuti con le sentenze favorevoli, per avere un'idea di quanti sono i colleghi sotto torchio. Se siete tra questi vi prego di mettervi in contatto con questo indirizzo e-mail; anche se conoscete qualcuno che è in questa situazione potete dirgli di rivolgersi a me per comunicare questa situazione.
Nel frattempo vi informo che pare che i colleghi di Trieste che dovevano restituire fino a 20.000 € immediatamente abbiano risolto il problema, immagino nel senso di una più favorevole rateizzazione.

Qui sotto riporto il messaggio che mi è giunto da Claudio.

marco grazie per le informazioni, ma devo darti delle notizie giuntemi pochi istanti fà, se sono vere abbiamo risolto i nostri problemi. C'è stata una riunione questo pomeriggio all'ARAN dove sembra abbiano deciso la risoluzione del nostro caso nei prossimi due mesi..
Marco Damasceni
marcodamasceni@yahoo.it

FORSE BABBO NATALE SI E' ACCORTO DI NOI

Premessa: non voglio illudere nessuno così come chi mi ha passato l'informazione, da voci di che circolano a Roma nei posti che contano il governo avrebbe deciso di occuparsi di noi.
Entro un paio di mesi il ministro Gelmini dovrebbe promulgare un decreto per sanare la nostra situazione.
L'onorevole Rivolta, che ha consentito che facessi il suo nome, mi ha detto di aver parlato con altri parlamentari tra cui il suo collega di Trieste on. Fedriga (è stato l'unico ad ascoltare i "triestini") e che questa volta le cose hanno assunto un valore diverso dal "vedremo cosa fare" o "stiamo facendo il possibile".
Di certo ora chi si sta adoperando con uno zelo mai visto a recuperare le somme da restituire (avvocatura, provveditori e presidi), farebbe bene a fare un passo indietro e magari cincischiare un po' aspettando di sapere cosa bolle in pentola.
Consiglio a tutti coloro che ne hanno la possibilità di mettersi in contatto con i politici che li rappresentano a muoversi, mai come ora credo sia necessario.
Spero di non avere creato false illusioni ma quasta sera dopo la telefonata di Erica mi sento un pochino più tranquillo e sono contento di aver dato in anteprima la notizia alla moglie di un collega triestino che mi aveva chiamato delusa , rattristata ma anche molto combattiva al contrario, di molti colleghi che se ne stanno ad aspettare che maggio venga.
saluti Giuseppe
Ps non ho mai utilizzato tanti condizionali ma erano necessari.

venerdì 19 dicembre 2008

DAL BLOG DEGLI ATA E ITP EX ENTI LOCALI

PER DIEGO
Caro Diego, neppure io so chi tu sia, ma, proprio perchè non ti conosco, non voglio esprimere alcun giudizio su quello che tu abbia effettivamente fatto o sulla tua capacità di comprensione delle cose che ho scritto, proprio perchè non mi piace sparare sentenze a vanvera. Intanto mi sono permessa di scrivere sul blog proprio per l’impegno che ho profuso in questi anni per aiutare i miei colleghi a sconfiggere l’ingiustizia di cui siamo vittime. Con l’aiuto di Margherita Recaldini di Sin.Cobas (ora SDL), che ha organizzato il primo ricorso a Milano, che ringrazio e saluto con affetto, ho avviato contemporaneamente in Piemonte, grazie ai COBAS, centinaia di ricorsi e, immediatamente dopo la sentenza positiva dell’avv. Sullam, abbiamo ottenuto il riconoscimento dei nostri diritti, già nel 2002, ad Alessandria, Tortona, Casale Monferrato, Acqui Terme, Mondovì, Cuneo, Ivrea, Pinerolo. Nel mio tempo libero ho controllato centinaia di decreti di temporizzazione per impostare i ricorsi, mi sono fatta una cinquantina di ricostruzioni di carriera in modo che le segreterie delle varie scuole non avessero alibi per applicare le sentenze. Nel 2004, per protestare contro il ribaltamento degli esiti positivi da parte della Corte d’Appello di Torino, con i COBAS di Torino abbiamo indetto uno sciopero regionale, organizzato una grossa manifestazione di protesta davanti al Tribunale e siamo riusciti a farci ricevere in Direzione Regionale per esporre le nostre ragioni. Mi sono sbattuta per diversi anni su e giù per il Piemonte, a Milano dall’avv. Sullam, a Roma per tenere i contatti con gli altri colleghi d’Italia e con gli avvocati dei COBAS. A maggio ho partecipato a Roma, in qualità di relatrice al convegno che i COBAS hanno organizzato sul nostro problema, al sit-in davanti al Ministero, e sono stata ricevuta dai funzionari ministeriali della Direzione Generale del Personale della Scuola con i quali abbiamo discusso a lungo delle nostre rivendicazioni e ai quali è stato consegnato un documento che ho elaborato personalmente. E’ vero non mi sono incatenata da nessuna parte, non ho fatto lo sciopero della fame, ma sono sempre stata coerente, ho messo a disposizione di tutti le mie competenze e non mi sono mai risparmiata. Non mi risulta di aver visto nessuno di quelli che sbandieravano incatenamenti e digiuni prendere iniziative concrete. Quanto alle mie affermazioni, puntuali, documentate, sempre supportate da riferimenti concreti, dirette ai responsabili delle nostre sofferenze (la Casta sindacale), le ho sempre sottoscritte senza ricevere smentite supportate da fatti, i soli che accetto e sui quali sono pronta a ricredermi. L’ultima lettera che ho inviato non ha certo rappresentato un’invettiva nei confronti di nessuno, ma solo lo spunto per un aiuto concreto a chi si trova nella terribile situazione di dover restituire immediatamente una somma esorbitante che non ha. Ribadisco che, a mio giudizio, queste Amministrazioni non agiscono correttamente: il Consiglio di Stato ha affermato ancora recentemente che il recupero di somme indebitamente corrisposte deve essere fatta nella misura non superiore al quinto dello stipendio “..senza incidere significativamente sulla sufficienza della retribuzione, secondo misure compatibili con le condizioni di vita in modo da assicurare in ogni caso i bisogni essenziali..”. A questo principio si sono attenute altre Direzioni del Tesoro e contro questa prevaricazione, ed evidente “punizione”, bisogna lottare con il supporto di quei legali che ci hanno aiutato in questi anni. Quanto alle iniziative tengo a precisare che sia io che altri colleghi che hanno lottato da subito abbiamo per anni scritto a redazioni di giornali e di trasmissioni televisive di denuncia senza ricevere alcun riscontro. In materia di incatenamenti e scioperi della fame, non ci succederebbe di sicuro come il sindaco Domenici di avere tutti i giornalisti attorno curiosi di conoscere i nostri problemi, ma molto probabilmente quello che è successo nel 2007 ai compagni dei COBAS che si sono incatenati alle inferriate di Palazzo Chigi per protestare contro il silenzio assoluto dei media e dei politici sullo sciopero della fame per i diritti sindacali che durava da 48 giorni : la polizia è intervenuta immediatamente malmenando quei poveretti già debilitati che sono finiti in ospedale e gli altri sono stati arrestati. Importante sarebbe invece che altri Dirigenti Scolastici prendessero l’iniziativa dei loro colleghi di Como-Lecco-Sondrio e che facessero emergere quella realtà che la Casta sindacale ha cercato di occultare trattandoci alla stregua di extracomunitari del comparto, usurpatori dei loro posti, furbacchioni che pretendono ingiustificati aumenti di stipendio. Un abbraccio a tutti. Rossella Arditi.

RESPINTO L'EMENDAMENTO

L'emendamento sulla questione ata EX EELL, il n°. 2.484, pur dichiarato ammissibile (e quindi ammesso al voto) è stato respinto dall'aula del Senato nella seduta antimeridiana di giovedì 11 dicembre.
Sotto, il link del pagina internet dove si trova il resoconto della seduta.
Uff. Legislativo Gruppo IDV Senato della Repubblica.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame. jsptipodoc=Resaula&leg=16&id=330760

giovedì 18 dicembre 2008

DALLA G.U. - CORTE COSTITUZIONALE - N. 52 del 17.12.2008

ORDINANZA (Atto di promovimento) 04 settembre 2008 , n. 400 Ordinanza del 4 settembre 2008 emessa dalla Corte di cassazione nel procedimento civile promosso da Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca contro Poncina Nadia Impiego pubblico - Personale degli enti locali trasferito nei ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario statale
(A.T.A.) - Trattamento economico - Previsione, con norma di interpretazione autentica, dell'attribuzione del trattamento economico annuo in godimento al 31 dicembre 1999 - Indebita
interferenza sulle controversie pendenti - Violazione dei vincoli derivanti dalla CEDU e dalla giurisprudenza della Corte di Strasburgo - Richiamo alla sentenza n. 234/2007 e alla successiva
ordinanza n. 400/2007 ritenute non estensibili alla presente questione per la diversa prospettazione.
- Legge 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, comma 218.
- Costituzione, art. 117, primo comma, in relazione all'art. 6 della
Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali.
LA CORTE DI CASSAZIONE
Ha pronunciato la seguente ordinanza interlocutoria sul ricorso proposto da Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, in persona del Ministro pro tempore, domiciliato in Roma via dei Portoghesi n. 12, presso l'Avvocatura generale dello Stato, che lo rappresenta e difende ope legis, ricorrente; Contro Poncina Nadia, domilciliata in Roma presso la cancelleria
della Corte suprema di Cassazione, rappresentata e difesa dagli avvocati Claudio Mondin, Nicola Zampieri, giusta delega in atti, controricorrente, verso la sentenza n. 412/2004 del Tribunale di
Venezia, depositata il 4 giugno 2004 R.G.N. n. 459/2003;
Udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 3 giugno 2008 dal consigliere dott. Pasquale Picone;
Udito l'avvocato Sullan per delega Mondin;
Udito il p.m. in persona del sostituto procuratore generale dott. Marcello Matera che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
Ritenuto in fatto Nadia Porcina, con ricorso al Tribunale di Venezia del 27 marzo 2003 ha chiesto, nei confronti del Ministero dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca (denominazione attuale, secondo l'organizzazione del Governo disegnata dall'art. 1 d.l. 16 maggio 2008, n. 85), di accertare che, quale appartenente al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (denominato A.T.A.), gia' dipendente di ente locale e passato alle dipendenze dell'amministrazione scolastica statale ai sensi dell'art. 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, aveva diritto al riconoscimento integrale dell'anzianita' di servizio maturata al tempo del trasferimento del rapporto di lavoro, con la condanna dell'amministrazione statale al pagamento delle conseguenti differenze retributive dal 1 gennaio 2000, oltre interessi e rivalutazione monetaria.
Il giudice adito, con la sentenza di cui si domanda la cassazione, pronunciata all'esito del procedimento previsto dall'art. 64 d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165, ha accertato «1'invalidita' e la conseguente inefficacia, per contrasto con quanto stabilito dal combinato disposto dell'art. 8, commi 2 e 3, della legge n. 124/1999, della disposizione contenuta nell'art. 3, comma 1, dell'accordo Aran-Rappresentanti delle organizzazioni e confederazioni sindacali in data 20 luglio 2000 recepito nel d.m. 5 aprile 2001».
A giudizio del tribunale, la previsione legislativa, secondo cui a detto personale e' riconosciuta ai fini giuridici ed economici l'anzianita' maturata, obbligava l'amministrazione statale ad applicare, dal 1° gennaio 2000, il c.c.n.l. del comparto scuola al personale trasferito tenendo conto di tutta l'anzianita' maturata alle dipendenze dell'ente locale, cosicche' non era conforme al dettato della fonte primaria l'attuazione datane (mediante accordo collettivo recepito in decreto interministeriale) con il collocamento del detto personale nella fascia stipendiale corrispondente alla retribuzione in godimento al 1° dicembre 1999 (c.d. «maturato economico») e non in quella corrispondente all'effettiva anzianita' di servizio.
Il ricorso per cassazione dell'amministrazione, proposto ai sensi dell'art. 64, comma 3, d.lgs. n. 165/2001, e' articolato in due motivi; resiste con controricorso Nadia Porcina. Entrambe le parti
hanno depositato memorie ai sensi dell'art. 378 c.p.c.
Considerato in diritto
1. - I due motivi di ricorso, concernenti entrambi l'unica questione controversa, denunciano, violazione dell'art. 8, legge n. 124/1999 e vizio di motivazione, sostenendo che il risultato
dell'interpretazione accolta dalla decisione impugnata si traduceva nel riconoscere un aumento della retribuzione per effetto del mutamento del soggetto datore di lavoro e dell'applicazione di un c.c.n.l. (comparto scuola) che dava rilievo all'anzianita' di servizio ai fini stipendiali (diversamente dal contratto dei comparto enti locali), mentre il legislatore aveva, inteso unicamente garantire la conservazione delle posizioni acquisite, escludendo l'assunzione di oneri economici maggiori di quelli gia' gravanti sugli enti locali. Si afferma, inoltre, che la legge aveva espresso un principio, circa il riconoscimento dell'anzianita', necessitante di essere specificato dalla formazione secondaria, di cui si contemplava l'emanazione, del decreto ministeriale, di recepimento dell'accordo stipulato tra l'Aran e le organizzazioni sindacali, aveva legittimamente disciplinato il sistema di allineamento degli istituti retributivi. del comparto enti locali a quelli del comparto scuola, riconoscendo l'anzianita' pregressa ai fini dell'inquadramento secondo il sistema del maturato economico. Si aggiunge, infine, con argomentazione svolta in via logicamente
subordinata, che l'accordo sindacale 20 luglio 2000, relativo al sistema di inquadramento del personale A.T.A. secondo il criterio del maturato economico, aveva natura di vero e proprio contratto collettivo nazionale di lavoro - come desumibile anche dalle disposizioni contenute nel c.c.n.l. 8 marzo 2002 - ed era percio' abilitato a derogare anche a norme di legge, ai sensi dell'art. 2, comma 2, secondo periodo, d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
Nella memoria, depositata in prossimita' dell'udienza, la ricorrente amministrazione invoca la sopravvenuta interpretazione autentica, della disposizione della quale si denuncia l'errata
interpretazione, ad opera dell'art. 1, comma 218 della legge 23 dicembre 2005, n. 266.
2. - Tanto premesso, la Corte osserva che, effettivamente, l'art. 1, comma 218, legge n. 266/2005, appena citato, dispone: «Il comma 2 dell'art. 8 della legge 3 maggio 1999, n. 124, si interpreta nel senso che il personale degli enti locali trasferito nei ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) statale e' inquadrato, nelle qualifiche funzionali e nei profili professionali dei corrispondenti ruoli statali, sulla base del trattamento economico complessivo in godimento all'atto del trasferimento, con l'attribuzione della posizione stipendiale di importo pari o immediatamente inferiore al trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999 costituito dallo stipendio, dalla retribuzione individuale di anzianita' nonche' da eventuali indennita' ove spettanti, previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro del comparto degli enti locali, vigenti alla data dell'inquadramento.
L'eventuale differenza tra l'importo della posizione stipendiale di inquadramento ed il trattamento annuo in godimento al 31 dicembre 1999, come sopra indicato, viene corrisposta ad personam e considerata utile, previa temporizzazione, ai fini del conseguimento della successiva posizione stipendiale».
La struttura formale della norma appena riportata la qualifica effettivamente come norma d'interpretazione autentica, della quale possiede i requisiti essenziali, riscrivendo una regola destinata ad operare in termini generali per le controversie in corso come per quelle future. L'anzidetto comma 218, infatti, manifesta espressamente l'intento di precisare e chiarire la portata della norma interpretata e si limita ad intervenire, con effetti retroattivi, soltanto su quei suoi profili applicativi che avevano originato un contenzioso cui peraltro questa Corte, nella funzione sua propria, sembrava avviata a dare una risposta passabilmente univoca (v. infra). Ne' pare contestabile che il contenuto normativo della disposizione corrisponda - astrattamente, e non importa qui stabilire con quale grado di persuasivita' - ad uno dei possibili significati ascrivibili alla norma interpretata, posto che, a fronte di una lettura del sintagma «anzianita'. giuridica ed economica» di cui al comma 2 dell'art. 8, legge n. 124 del 1999 coestensiva rispetto al significato letterale dei termini ivi utilizzati, il legislatore del 2005 ha optato per una interpretazione restrittiva.
3. - Dalle considerazioni sopra esposte discende che questa corte dovrebbe fare applicazione, nella presente causa, dello ius superveniens, rappresentato dal ricordato comma 218, e, in forza di esso, accogliere il ricorso modificando le conclusioni cui - nell'attribuzione di senso alla disposizione del secondo comma dell'art. 8, legge n. 124/1999 - era pervenuta, statuendo - sia pure con percorsi argomentativi diversi - che la garanzia del riconoscimento ai fini giuridici, oltreche' economici, dell'anzianita' maturata presso gli enti locali, in favore dei dipendenti coinvolti nel passaggio dai ruoli ditali enti in quelli del personale statale, in quanto apprestata dalla legge, non potesse essere ridotta, in forza di norme di rango inferiore, alla sola garanzia del riconoscimento economico dell'anzianita', e risolversi nell'attribuzione al dipendente del cd. maturato economico, cosi' come disposto nel decreto interministeriale 5 aprile 2001
conformemente ai contenuti dell'Accordo 20 luglio 2000 fra l'ARAN e le OO.SS. (v., tra le tante, cass. nn. 3224/2005, 3356/2005, 4722/2005, 18652/2005, 18829/2005).
Si tratterebbe di un revirement, esplicitamente fondato sull'intervenuta norma interpretativa, cui questa corte peraltro ha gia' messo capo - in applicazione dell'art. 1/218 piu' volte richiamato - con le sentenze nn. 25482/2007, 511/2008, 677/2008.
Peraltro, la controricorrente, nelle memorie depositate prima dell'udienza, deduce, tra le altre difese, una questione di legittimita' costituzionale della norma interpretativa da applicare,
perche' - a suo giudizio - tale norma violerebbe l'obbligo internazionale derivante all'Italia dall'art. 6/1 della Convenzione europea per la protezione dei diritti dell'uomo (di seguito, CEDU),
sottoscritta dall'Italia il 4 novembre 1950 e resa esecutiva con legge 4 agosto 1955, n. 848.
Trattasi di questione senz'alcun dubbio rilevante nel presente giudizio, perche' investe la norma di legge della quale dovrebbe farsi applicazione per la decisione del ricorso, non apparendo in
contrario configurabile una questione pregiudiziale, ai sensi dell'art. 234 del trattato CE, per stabilire (come pure richiesto dalla difesa controricorrente) se la fattispecie in esame sia
riconducibile alla direttiva 77/187 Cee, il che comporterebbe per il giudice nazionale l'obbligo di disapplicare la norma interpretativa in ipotesi confliggente con la direttiva, infatti, la vicenda del
trasferimento, in base alla legge n. 124 del 1999, del personale degli enti locali, nei ruoli del personale Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario) dello Stato non e' riconducibile al campo di
applicazione delle direttive comunitarie in materia di trasferimento d'azienda (direttiva 77/187/Cee, modificata dalla direttiva 98/50/Ce), giacche', anche in ragione dei principi desumibili dall'interpretazione di dette direttive da parte della giurisprudenza della Corte di giustizia (sent. 26 settembre 2000, in C-175/99; sent. 25 gennaio 2001, in C-172/99; sent. 24 gennaio 2002, in C-5 1/00), essa non si' e' concretata nella assegnazione, preesistente al passaggio di personale, di una attivita' unitariamente considerata, di competenza di un determinato soggetto pubblico, ad altro soggetto:
ipotesi che configura il conferimento o il trasferimento di attivita' cui l'art. 34 del d.lgs. n. 29 del 1993, e successive modificazioni, riconnette, nell'ambito del rapporto di lavoro pubblico,
l'applicazione dell'art. 2112 c.c. Ne consegue che l'art. 1, comma 218, legge n. 266 del 2005, interpretando autenticamente l'art. 8, comma 2, legge n. 124 del 1999, nel senso che, relativamente alla vicenda del trasferimento del suddetto personale Ata, gli effetti dell'anzianita' giuridica sono limitati a quelli che essa abbia eventualmente gia' prodotto nel precedente rapporto, non puo' porsi in contrasto con il diritto comunitario innanzi richiamato; in quanto
disposizione che, appunto regola una fattispecie estranea al suo campo applicativo. Si' che, conclusivamente, non v'e' luogo a formulare il dubbio che dovrebbe essere oggetto di rinvio
pregiudiziale ai sensi dell'art. 234, comma 3, del trattato Ue. (sul punto v., diffusamente, cass. n. 677/08 cit., in particolare punti 14-30).
4. - L'accertata rilevanza della questione, ne impone lo scrutinio per stabilire se la stessa possa ritenersi «manifestamente infondata» (art. 1, legge cost. n. 1/1948).
Per vero, un tale scrutinio e' stato gia' effettuato da questa Corte (v., in particolare, cass. n. 677/08 cit.) che ha concluso nel senso della manifesta infondatezza della questione. E tuttavia il
dovere di fedelta' ai precedenti non dispensa questa stessa corte dal procedervi anche nella presente causa, non solo e non tanto in ragione di profili o argomenti nuovi addotti dalla parte ma
soprattutto perche' la nomofilachia si atteggia in maniera molto diversa a seconda che la Corte sia chiamata a pronunciarsi sull'esatta osservanza della legge, fornendo l'interpretazione delle
norme sottoposte ai suo esame, ovvero a giudicare manifestamente infondato il dubbio di legittimita' costituzionale afferente ad una di tali norme. Nel primo caso, infatti, si tratta di attribuire un significato alla disposizione di legge con carattere di, sia pure tendenziale (arg. ex aliis dall'art. 374, comma 2 c.p.c.), stabilita'; nel secondo, per contro, si tratta di ritenere o di
escludere come manifestamente infondato soltanto un dubbio; formula, quest'ultima, che fonda per il giudice, anche e soprattutto di ultima istanza, il dovere di sollevare la questione di costituzionalita', tutte le volte in cui - essendo impossibile attribuire alla disposizione scrutinata un significato che ne escluda il possibile contrasto con i precetti costituzionali - per la sussistenza di un siffatto contrasto residui un non implausibile argomento, ancorche' di peso minore rispetto agli argomenti che depongono in senso contrario. E cio' perche', in uno Stato costituzionale di diritto, la certezza del diritto - che e' l'obiettivo cui tende la nomofilachia - e', innanzitutto, certezza che il diritto vivente sia conforme a Costituzione.
Tanto precisato, giova ricordare che la questione proposta a questa corte e', come accennato nel paragrafo che precede, se il piu' volte citato art. 1, comma 218 della legge n. 266/2005 contrasti con l'art. 117/1 della Costituzione per violazione dell'obbligo internazionale assunto dall'Italia con la CEDU, il cui art. 6 comma primo, nel prescrivere il diritto di ogni persona ad un giusto processo dinanzi ad un tribunale indipendente e imparziale, imporrebbe al potere legislativo di' non intromettersi nell'amministrazione della giustizia allo scopo d'influire sulla singola causa o su di una determinata categoria di controversie.
L'art. 6/1 della CEDU, cosi' come interpretato con specifico riferimento al profilo qui evocato dalla Corte europea di Strasburgo, viene in tal modo a costituire la «fonte interposta» che fornisce
concretezza e contenuto al parametro costituzionale invocato del rispetto degli obblighi internazionali Corte cost. n. 348/2007, in particolare punti 4.5 e 4.6).
Il giudizio di manifesta infondatezza della questione e' stato fondato, dalla cit. Cass. n. 677/2008, sulla sentenza della Corte europea di Strasburgo in causa Scordino c. Italia n. 36813/1997, i
cui paragrafi 78/80 sono stati assunti come esplicativi della fonte interposta, rappresentata dall'art. 6/1 della CEDU nella parte in cui prescrive le condizioni di un giusto processo. Dai citati paragrafi della sentenza Scordino, cass. n. 677/2008 ha ricostruito la fonte interposta in esame siccome prescrittiva, per gli Stati membri della CEDU, di un obbligo di non «esercitare un'ingerenza normativa finalizzata ad ottenere una determinata soluzione delle controversie
in corso», salvo che «l'intervento retroattivo sia giustificato da motivi imperiosi di carattere generale». Sulla base di tale premessa, la stessa Corte ha escluso che l'art. 1/218, legge n. 266/2005 violi l'obbligo come sopra definito poiche'» non vi e' … alcun elemento che induca a ritenere la disposizione nazionale come esclusivamente (grassetto dell'e.) diretta ad influire sulla
soluzione delle controversie in corso)», dovendosi piuttosto ritenere che «… il legislatore abbia dovuto governare una operazione di riassetto organizzativo di ampia portata, sicche' sono palesemente ravvisabili, nel caso di specie, le pressanti ragioni di interesse generale che abilitano … anche interventi retroattivi». Questa, nelle sue linee essenziali, la ratio decidendi che -
unitamente alla considerazione delle differenze correnti tra la presente fattispecie e quella oggetto della sentenza Scordino ed al rilievo che la CEDU non assicura in materia civile l'immutabilita' della regola di giudizio per tutti i procedimenti in corso - ha condotto la corte a ritenere manifestamente infondato il dubbio che la disposizione in esame violii l'obbligo dello Stato italiano di rispettare l'art. 6 CEDU come interpretato dalla corte di Strasburgo.
5. - Il Collegio ritiene, al contrario, che la suesposta ratio decidendi e le considerazioni ulteriori che la sorreggono - pur somministrando argomenti in favore di una determinata soluzione del
dubbio - non valgano tuttavia e ritenerlo manifestamente infondato.
Cio' per le seguenti considerazioni:
a) e' ben vero che la sentenza Scordino ed i precedenti in essa richiamati (v. in particolare sentenza Anagnostopoulos e altri c. Grecia, n. 39374/98 par. 20-21) affermano che il divieto di leggi retroattive riguarda l'ingerenza, del potere legislativo nell'amministrazione della giustizia, finalizzata ad una determinata soluzione delle controversie in corso («dans le but d'influer sur le
denouement judiciaire du litige»), ma e' altrettanto, vero che la suindicata giurisprudenza non richiede anche che la disposizione retroattiva sia «esclusivamente diretta ad influire sulla soluzione delle controversie in corso» ne' che tale scopo venga in qualche modo enunciato, poiche' nei suddetti precedenti la conclusione che l'intervento legislativo volta a volta esaminato costituisse una non consentita ingerenza del potere legislativo sull'esercizio della giurisdizione viene raggiunta sulla scorta, da una parte, dell'esame del risultato che, nel procedimento in relazione al quale viene lamentata l'ingerenza, ha avuto l'applicazione della disposizione
denunciata e, dall'altra, della considerazione che lo Stato legislatore era, al tempo stesso, parte di quel procedimento e la disposizione interpretativa assegnava alla disposizione interpretata
un significato vantaggioso per lo Stato - parte; il che sembrerebbe costituire la ragione che induce a ritenere l'intervento come dettato dalla non consentita finalita'. Ad analoghe conclusioni conduce anche la giurisprudenza piu' recente della corte europea (v., per tutte, sentenza SCM Scanner de l'Ouest et autres c. France, 21 giugno 2007, ricorso n. 12106/03);
b) Entrambe le suddette situazioni ricorrono nel caso in esame, mentre - d'altro canto - il notevole contenzioso svuppatosi subito dopo l'entrata oggetto d'interpretazione autentica, e, in relazione al quale, questa corte ha gia' avuto modo di pronunciarsi piu' volte, nonche' il rilevante numero di ricorsi pendenti aventi ad oggetto proprio l'interpretazione di detta normativa, lasciano ragionevolmente ritenere che la definizione ditale contenzioso nel senso, favorevole allo Stato amministrazione, imposto dalla norma interpretativa, rientrasse certo tra le finalita' perseguite dal legislatore con l'introduzione di quest'ultima norma.
c) Per altro verso, l'esigenza per il legislatore di «governare una operazione di riassetto organizzativo», da un lato, non sembra integrare le «imperiose ragioni d'interesse generale», richieste dalla corte europea come condizione per superare il divieto d'ingerenza; per altro lato, di quell'esigenza - e tanto meno di altre ragioni, imperiose o meno - non e' traccia alcuna nel
procedimento legislativo che ha messo capo al ricordato comma 218 dell'art. 1, legge n. 266/2005; che' anzi tale comma, che non figura nell'originario disegno di legge presentato dal governo, risulta inserito dalla relatrice Santanche' nella seduta della 5ª Commissione
(emendamento 1.4547, comma 149-quater), rimane invariato per decadenza del sub-emendamento Crosetto 1.4547/10, e viene votato nei successivi passaggi, caratterizzati dal voto di fiducia al Governo, senz'alcuna indicazione delle ragioni, imperiose o meno, che lo
sorreggono.
d) Ne' infine, ad escludere la violazione dell'art. 6/1 CEDU da parte della disposizione in esame, puo' valere il rilievo che la Corte di giustizia europea abbia sempre riaffermata la liberta' del
legislatore di emanare norme interpretative che incidano, in materia civile, su diritti attribuiti dalle leggi in vigore, perche' qui non e' in discussione questa liberta' ma piuttosto quella d'intervenire, a mezzo di leggi retroattive, sui giudizi pendenti dei quali sia parte lo Stato amministrazione. Com'e' stato lucidamente precisato da questa stessa Corte nell'ordinanza n. 402/2006, il senso della giurisprudenza della corte europea in materia e' che «la parita'
delle parti dinanzi al giudice implica la necessita' che il potere legislativo non si intrometta nell'amministrazione della giustizia allo scopo d'influire sulla risoluzione della controversia o di una determinata categoria di controversie». Scopo, si e' gia' precisato supra, che la stessa corte europea sembra desumere dall'incidenza oggettiva che la norma denunciata ha sull'esito di controversie pendenti e dalla qualita' di parte dello Stato-amministrazione in tali controversie. Ne' - e' appena il caso di rilevare - la retroattivita' coessenziale alle norme d'interpretazione autentica e' d'ostacolo al rispetto del vincolo in questione, poiche' un tale vincolo esige soltanto che il legislatore escluda dall'ambito di applicazione della norma interpretativa o, piu' in generale, della norma dichiarata retroattiva) i processi in corso alla data di entrata in vigore della norma, secondo uno schema che il legislatore nazionale ben conosce ed ha piu' volte praticato (emblematico, al riguardo, l'art. 6, comma 2, d.l. 29 marzo 1991, n. 103). Scarsamente
comprensibile, poi, appare l'obiezione che un tale modulo provocherebbe un proliferare d'iniziative giudiziarie volto a rendere immodificabile una situazione di vantaggio in ipotesi assicurata dalle norme vigenti: obiezione che sembra postulare uno Stato-legislatore che, in rapporti di cui sia parte come Stato-amministrazione, accordi una situazione di vantaggio per non
adempiere l'obbligazione che su di esso Stato-amministrazionene deriva (il proliferare d'iniziative giudiziarie presuppone appunto l'inadempimento), riservandosi poi d'intervenire con legge
interpretativa.
e) Infine, e' appena il caso di rilevare che la manifesta infondatezza del dubbio di cui sopra non potrebbe esser fondata sulla sentenza n. 234/2007 della corte costituzionale e/o sulla successiva
ordinanza n. 400 della stessa corte, che hanno rispettivamente dichiarato non fondata e manifestamente infondata la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 1, comma 218, legge n. 266/2005 con riferimento a parametri di costituzionalita' diversi da quello qui evocato.
6. - Pertanto, ritenuta - in virtu' delle considerazioni sopra svolte - rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimita' costituzionale dell'art. 1, comma 218 della legge n. 266/2005 per violazione deIl'art. 117 della Costituzione in relazione all'art. 6 CEDU come interpretato dalla corte europea dei diritti dell'Uomo, devesi disporre la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale e sospendere il presente giudizio.

P. Q. M.
Dichiara rilevante e non manifestamente infondatata questione di legittimita' costituzionale dell'art. 1, comma 218 della legge 23 dicembre 2005 n. 266 per contrasto con l'art. 117, primo comma Costituzione e 6 Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'Uomo e delle liberta' fondamentali.
Dispone l'immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale e la sospensione del presente giudizio. Ordina che a cura della cancelleria la presente ordinanza sia notificata alle parti in causa e al Presidente del Consiglio dei ministri, e sia comunicata ai Presidenti delle due Camere del Parlamento.
Roma, addi' 3 giugno 2008
Il Presidente: Senese

lunedì 15 dicembre 2008

ALLA CORTESE ATTENZIONE
DELLA REDAZIONE DI “MI MANDA RAI TRE”


Gentile Redazione,

Vorremmo richiamare la Vostra attenzione su un caso emblematico dello stato di degrado in cui versa la scuola italiana. La vicenda di cui intendiamo parlare riguarda migliaia di lavoratori della scuola transitati dal comparto Enti Locali ai ruoli dello Stato, in data 1 gennaio 2000, per effetto della legge 124/99. Il non completo riconoscimento dell’anzianità maturata al momento del passaggio ha dato luogo ad un diffuso contenzioso giudiziario; dopo una serie iniziale di successi il governo è intervenuto con una legge di interpretazione (L. 266/05 art. 1 comma 218) che ha di fatto ribaltato le sentenze favorevoli ai lavoratori, i quali oggi devono restituire somme ingenti. Ma la cosa più grave e di urgenza immediata è che il passivo maturato, per quasi metà del suo ammontare, dovrà essere restituito entro trenta giorni.

Purtroppo ci sono lavoratori che hanno percepito somme fino a 40.000 euro; è chiaro che è impossibile per molti di loro reperire in un tempo così breve somme di tale entità. Alcuni lavoratori ITP di Trieste hanno tentato di ottenere presso il Ministero del Tesoro una rateizzazione più favorevole, ma si sono sentiti opporre un diniego che non ammetteva repliche. Forse dovranno, per far fronte a questo impegno, rivolgersi a delle finanziarie; con tutta la buona volontà di questo mondo crediamo che sia una situazione inaccettabile e Vi chiediamo di aiutaci in questa battaglia per una soluzione equa ed umana che tenga conto delle più elementari regole del vivere civile.

L’avvocato Isacco Sullam di Milano che ci ha offerto la sua assistenza legale sarebbe disposto ad accompagnarci se decideste di farci partecipare alla Vostra trasmissione per discutere il nostro caso.

Vi ringraziamo per l’attenzione e Vi porgiamo cordiali saluti


Firma

RESOCONTO SCIOPERO E MANIFESTAZIONE 18 NOVEMBRE

Resoconto della giornata di sciopero e manifestazione
davanti alla Camera dei Deputati del 18/11

Dopo una faticosa organizzazione della giornata di agitazione, dovuta al fatto che la manifestazione era autoorganizzata, e quindi senza il supporto logistico di nessuna organizzazione sindacale, sono convenuti al luogo dell’appuntamento circa 250-300 colleghi ATA ed ITP e i rappresentanti delle due organizzazioni sindacali che avevano indetto lo sciopero e appoggiato la manifestazione: Unicobas e SdL intercategoriale. L’affluenza va considerata buona viste le ricordate difficoltà, cui si aggiungono i problemi economici legati a questo periodo di crisi, che ha spinto molti lavoratori ad aderire allo sciopero senza però potersi permettere di sopportare la spesa del viaggio a Roma. Va considerato anche il sabotaggio dei confederali; altro motivo per cui le percentuali di adesione allo sciopero sono da considerare un successo.

Il presidio è durato per tutta la mattinata, oltre le 13, quando si è decisa un’altra azione simile, in Via del Corso, presso la sede dell’ARAN.
Negli interventi che si sono succeduti hanno preso la parola, oltre a numerosi lavoratori, i rappresentanti di Unicobas e SdL. In tutti gli interventi sono emerse chiaramente le responsabilità non solo del governo attuale e dei precedenti (di centro-destra o di centro-sinistra che fossero), ma anche dei sindacati confederali ed in generale di tutti quelli che partecipano alla contrattazione. Su queste valutazioni torneremo a conclusione di questa breve nota.
Lo scopo principale della manifestazione era di poter ottenere un incontro di una nostra delegazione con gli esponenti politici, tanto della maggioranza, quanto dell’opposizione. Per l’opposizione il contatto era con l’On. Di Pietro dell’IdV, il quale non si è potuto presentare per la contemporaneità di un altro impegno. Per quanto riguarda la maggioranza, l’esponente con il quale era previsto il contatto era l’On. Marco Marsilio del PdL, componente della Commissione Bilancio della Camera: l’incontro è avvenuto con un solo rappresentante del Coordinamento ed è stato nettamente deludente sia per l’atteggiamento dell’On. Marsilio che non ha voluto incontrare una delegazione, sia per le sue dichiarazioni secondo le quali non era possibile intavolare nessuna discussione, in assenza di uno stanziamento specifico per la soluzione del nostro problema e non vi erano state comunicazioni da parte del MIUR in questa direzione, contrariamente a quanto aveva garantito l’On. Pizza in un precedente incontro con alcuni colleghi.

Quindi, in sostanza, gli incontri previsti non hanno avuto alcun esito. E’ per questo motivo che si è fissato immediatamente un successivo intervento presso la sede dell’ARAN in Via del Corso, poco distante dal luogo del concentramento. L’appuntamento era fissato per le 16, ora in cui i sindacati maggiormente rappresentativi avrebbero dovuto discutere del rinnovo contrattuale con dei rappresentanti dell’Agenzia. Un gruppo di 15 persone, quante ne aveva autorizzate l’autorità di PS, appositamente contattata per prendere accordi su questo nuovo presidio, si è recato al nuovo appuntamento. Un primo incontro si è svolto in strada, dove i lavoratori hanno parlato direttamente con Di Menna e Scrima, segretari, rispettivamente, di UIL e CISL e, successivamente, una delegazione composta da 3 persone, tra le quali il segretario dell’Unicobas D’Errico, è stata ricevuta dal dottor Francesco Melendez, quale rappresentante dell’ARAN.

Dai due incontri sono emersi i seguenti risultati: (1) Di Menna ha garantito un suo interessamento, tramite un messaggio ai presidenti delle commissioni e ai ministri competenti; (2) da entrambi gli incontri è emerso ciò che anche nella mattinata era risultato chiaro: la discussione della questione necessita di un impegno di spesa preso formalmente da parte del governo; in particolare questa è stata la risposta del dottor Melendez ad una sollecitazione di D’Errico che chiedeva, da parte del governo, una presa di posizione formale e non una banale disponibilità a riesaminare il problema, come invece recita il famoso comma 147 della Finanziaria 2008.

Veniamo a ciò che è avvenuto nei giorni successivi, con alcune considerazioni e le ultime novità. Di Menna ha effettivamente provveduto ad inviare la richiesta di riesame che aveva promesso, ma questo non fuga affatto le ombre presenti sull’operato dei sindacati confederali in questa vicenda (senza considerare le responsabilità storiche, a tutti note e pesantissime) perché una richiesta di stanziamento di fondi, conditio sine qua non per la soluzione del problema, avrebbe dovuto essere avanzata già da tempo; in assenza di tale impegno a tempo dovuto sono evidenti a tutti le responsabilità oggettive dei sindacati maggiormente rappresentativi e quest’ultima presa di posizione ha il sapore di un contentino concesso all’ultimo momento per salvare la faccia.
Riguardo a queste considerazioni dobbiamo, inoltre, tenere presente ciò che è accaduto poco prima della manifestazione: mi riferisco a quanto abbiamo sentito nel corso dell’ultimo mese, a partire dall’incontro di alcuni colleghi con il sottosegretario Pizza e di un altro gruppo con Panini. Sono emerse dai due valutazioni diametralmente opposte: da un lato il sottosegretario alla PI ed un funzionario, persone sicuramente ben informate, hanno garantito che da parte del ministero non esistevano resistenze e che c’era la volontà politica di dare una soluzione al problema; dall’altro il segretario (allora) del maggior sindacato ha usato l’espressione inequivocabile “sulla vostra questione è stata posta una pietra tombale”. Ora, è difficile immaginare che la CGIL non conosca l’orientamento del ministero; quindi l’unica spiegazione plausibile di un simile atteggiamento è che i sindacati abbiano scelto la linea di condotta di sacrificare la nostra questione a vantaggio di altre che giudicano più importanti, senza però prendere una chiara posizione, tentando, anzi, di far ricadere questa responsabilità su altri soggetti: il ministero, la Corte Costituzionale, la politica… poco importa chi, in un crescendo di vaghezza; tanto in questi casi più si è vaghi, tanto più facile è raggiungere lo scopo che ci si prefigge: confondere le idee per non assumersi la responsabilità di una decisione unilaterale.
Se non lo fosse già stato in passato a questo punto è evidente che chi avrebbe dovuto difendere i nostri interessi, non solo è rimasto indifferente, ma ha addirittura avuto parte attiva nella vessazione che da 9 anni stiamo subendo. Del resto c’è un fatto incontrovertibile a testimoniare questo stato di cose: l’assenza alla manifestazione del 18/11 e l’invito a non scioperare sono una firma inequivocabile; mai come stavolta chi era assente ha avuto torto.

Infine due parole sulle iniziative in atto al momento in cui viene stesa questa nota: diversi gruppi parlamentari, grazie all’interessamento di alcuni di noi, hanno presentato nei giorni scorsi degli emendamenti alla finanziaria (l’IdV tramite l’Unicobas, il PD per mediazione di un collega di Trapani e pare che siano in corso tentativi anche da parte di UDC e Lega). Qualcuno ha definito, non senza ragione, (im) probabili queste iniziative. Sappiamo che la finanziaria nelle intenzioni di Tremonti è blindata, pertanto le possibilità di successo sono scarse. Abbiamo preferito percorrere anche questa strada semplicemente per non lasciare intentata nessuna possibile soluzione, perché sappiamo che basterebbe ottenere anche uno stanziamento minimo per creare un varco.
All’indomani di questo tentativo si apre lo spazio per ulteriori iniziative di cui si parla da tempo e che saranno oggetto di prossime comunicazioni.

E’ importante non mollare
La lotta continua

Marco Damasceni

sabato 13 dicembre 2008

LEGGE FINANZIARIA - SENATO

Ieri hanno approvato la legge finanziaria al Senato e della nostra questione se non sbaglio, non se ne ha fatto nulla.
Anche i sindacati hanno avuto un incontro con il governo e anche loro si sono occupati di altro.
Nonostanti i vari comunicati stampa di richiesta dei fondi,non si é fatto pressioni tali da reperire dei fondi che almeno si poteva cominciare a risolvere in parte il problema.
Noi abbiamo fatto di tutto per sensibilizzare quasi tutti i deputati e le OOSS,abbiamo ricevuto fino ad ora solo solidarità apparente ed un vago interessamento che fino ad oggi non ha prodotto nulla di concreto.
Ora tiriamo i remi in barca, cosa fare????'

Invito tutti a leggere i vari resoconti e ha valutare attentamente cosa fare per i prossimi giorni.

Non gettiamo responsabilità sul cordinamento ,bensi il cordinamento siamo noi tutti,quindi se si dovessero prendere delle decisioni eclatanti,tutti in prima persona devono partecipare,non prendendo eventuali scuse (tipo di salute,lontananza ,politiche,sindacali ecc..).

I vari emendamenti promessi da alcune forze politiche sembrerebbe che non siano neanche state presentati,(sono dalle 6 di stamani che sto leggendo e non li ho visti),quindi il nostro problema non interessa a nessuno.

Se non dovesse a questo punto neanche interessare piu neanche a noi,visto che tutti parlano e poi nelle manifestazioni non partecipano chiudiamola qua.
Vado a manifestare in piazza la mia rabbia.
enzo
resoconto di ieri al Senato
Giovedì 11 dicembre 2008 - 113ª seduta pubblica (antimeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 9:36).

L' Assemblea ha dedicato la seduta all'esame degli emendamenti al disegno di legge finanziaria (1209) nel testo modificato dalla Commissione, avviato nelle sedute di ieri. Si è concluso l'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 2 e 2-bis ed è stato avviata l'illustrazione di quelli riferiti all'articolo 3.
A conclusione di una seduta densa di votazioni, tutti gli emendamenti esaminati sono stati respinti, dichiarati inammissibili, ritirati o trasformati in ordini del giorno, come richiesto ieri dal sottosegretario per l'economia e le finanze Vegas, il quale ha evidenziato che la manovra espansiva delineata dal Partito Democratico e le modifiche proposte dell'opposizione, a volte condivisibili, non possano essere accolte poiché avrebbero pesanti ricadute sulla spesa, quindi sul deficit; esito che l'Italia, a differenza degli altri Paesi, non può permettersi a causa del peso del suo debito pubblico. Alcune delle proposte presentate sono in sintonia con gli intendimenti del Governo, ma non possono essere accolte in sede di esame della legge finanziaria, che quest'anno si è voluto ricondurre alle sue finalità precipue di documento che fissa i saldi e gli obiettivi complessivi di politica economica, lasciando ad altri provvedimenti gli interventi di dettaglio o settoriali. Tali proposte potranno quindi essere prese in esame a partire dal decreto anti-crisi, il n. 185.
Gli emendamenti discussi hanno affrontato, tra gli altri, i problemi dell'agricoltura e della pesca, della politica infrastrutturale (in particolare nel Mezzogiorno), dei bilanci degli enti locali (con particolare riguardo alla stipula di contratti derivati), dell'utilizzo delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, della sicurezza pubblica, dell'editoria, delle risorse da destinare al sostegno delle fasce sociali più deboli, della ricerca, dei costi della politica.
Oltre all'articolo 2, è stato approvato l'articolo 2-bis, introdotto dalla Commissione, avente per oggetto il contenimento dell'indebitamento delle Regioni e degli enti locali, cui tra l'altro viene fatto divieto di stipulare strumenti di finanziamento derivati. Il seguito dell'esame degli emendamenti all'articolo 3 è stato rinviato alla seduta pomeridiana.

(La seduta è terminata alle ore 13:31).
Giovedì 11 dicembre 2008 - 114ª seduta pubblica (pomeridiana)
(La seduta ha inizio alle ore 16:30).

Il Senato ha approvato i disegni di legge n. 1210, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011, e n. 1209, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2009). Entrambi i provvedimenti sono stati approvati in un testo comprendente le modificazioni apportate dalla Commissione bilancio e quindi vengono rinviati alla Camera per la seconda lettura.
L'approvazione finale è giunta in anticipo rispetto alla programmazione fissata dalla Conferenza dei Capigruppo. Visto il regolare andamento delle votazioni, infatti, il sen. Gasparri (PdL) ha avanzato la proposta di anticipare alla seduta odierna l'esame della Nota di variazioni e le dichiarazioni di voto e il voto finale, originariamente programmati per la seduta antimeridiana di domani. I sen. Zanda (PD) e Lannutti (IdV) hanno accolto la proposta della maggioranza. In particolare il vice presidente del Gruppo PD ha sottolineato lo spirito costruttivo e non ostruzionistico che ha animato l'impegno dei senatori del Gruppo nell'esame dei documenti di bilancio, cogliendo l'occasione per sottolineare la distanza di tale atteggiamento rispetto alle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio Berlusconi, di netta chiusura ad ogni ipotesi di collaborazione con le opposizioni sulle riforme, persino su quelle costituzionali, e fortemente irriguardose nei confronti degli avversari politici; dichiarazioni criticate anche dal ministro Bossi. Il Presidente Schifani, che ha sottolineato la necessità per il Paese di riforme condivise, e il sottosegretario Vegas hanno dato atto ai Gruppi dell'opposizione del comportamento responsabile e costruttivo mantenuto nel corso dell'esame dei documenti di bilancio.
Sulla votazione della Nota di variazioni (1210-ter), che riporta gli effetti sul bilancio delle modifiche apportate alla finanziaria, il sen Morando (PD) ha denunciato problemi di compatibilità tecnica o politica a proposito della tabella del Ministero dell'istruzione e dell'appostazione per il Fondo per le aree sottoutilizzate. Il sottosegretario Vegas ha negato la sussistenza formale dei rilievi indicati, in quanto il bilancio fotografa la legislazione vigente.
Prima della votazione finale, si è aperta la fase delle dichiarazioni di voto. Il sen. Pistorio ha annunciato il voto favorevole del Movimento per l'autonomia, rilevando però che la finanziaria è stata ridotta ad un adempimento formale non idoneo ad affrontare la grave crisi in atto e le difficoltà straordinarie del Mezzogiorno; inoltre, l'andamento dei lavori parlamentari che sottrae spazio all'interlocuzione con il Governo, ha impedito anche a una forza che sostiene l'Esecutivo di far valere l'assoluta ragionevolezza di alcune proposte. Il sen. Fosson (UDC-SVP-Aut) ha criticato l'approccio del Governo che affronta la drammatica congiuntura finanziaria con l'unica preoccupazione di non aumentare la spesa, ma non corregge gli errori commessi a luglio, quando con il taglio dell'ICI ha sottratto alle casse pubbliche 3 miliardi di euro che oggi sarebbero utilissimi, applica il patto stabilità danneggiando gli enti locali virtuosi ed impedendo loro di investire e non ha voluto accogliere gli emendamenti tesi a sostenere la famiglia. Il sen. Astore (IdV) ha annunciato voto contrario, sottolineando la chiusura netta della maggioranza alle proposte dell'opposizione e l'ostinazione con cui sono state difese le scelte sbagliate compiute nella prima parte della legislatura. Addirittura sono state dichiarate inammissibili e bollate come interessi localistici le proposte di modifica sui tagli delle risorse per le aree terremotate del Molise e della Puglia. Il sen Massimo Garavaglia ha annunciato il voto favorevole della Lega Nord. La nuova impostazione della finanziaria ha consentito una gestione rigorosa e trasparente dei conti pubblici, prodromo di una politica di diminuzione del debito pubblico. La prossima revisione degli studi di settore consentirà la salvezza di migliaia di piccole imprese e sono state create le condizioni per l'avvio di una politica di investimenti. Importante decisione è stata quella di finanziare il fondo per le aree confinanti con le Regioni a statuto speciale, in attesa dell'indispensabile riforma del federalismo fiscale. Il sen. Morando, annunciando il voto contrario del PD, ha criticato ancora la scelta del Governo di non usare la politica di bilancio in senso anticiclico per affrontare la crisi, come stanno facendo tutti gli altri Paesi occidentali. Il PD ha proposto emendamenti tesi ad utilizzare nel 2009 un punto percentuale del PIL per misure capaci di sostenere le fasce sociali più deboli, il mondo produttivo e l'occupazione nell'attuale fase di recessione e ad approvare contemporaneamente le misure legislative idonee ad offrire garanzie ai mercati internazionali circa la stabilità dei conti pubblici italiani e quindi ad impedire un peggioramento del debito. Il sen. Azzollini (PdL), dichiarando voto favorevole, ha sottolineato l'importanza della scelta del Governo di anticipare la manovra a luglio con il decreto n. 112, che ha consentito di affrontare la crisi attuale da posizioni di maggiore solidità del sistema finanziario. E' stato rispettato l'impegno a mantenere la finanziaria snella e attenta solo alle questioni generali di politica economica, il che ha permesso di difendere il rigore della finanza pubblica e nello stesso tempo di favorire una politica di investimenti, che verrà sviluppata soprattutto con il decreto-legge n. 185 attualmente all'esame della Camera.

giovedì 11 dicembre 2008

PARTECIPIAMO

Carlo Bertani, qualche giorno fa ha detto una cosa giustissima che mi pare non sia stata ripresa da nessuno: "Senza comprendere che la nostra vicenda fa parte di una strategia globale d'attacco ai lavoratori, non si va da nessuna parte" E' questo, secondo me, il punto che non bisogna mai dimenticare. Forse è troppo tardi per parlarne, ma io intanto mi sento di lanciare un appello per fare sciopero il 12 dicembre. Per venerdì prossimo la CGIL e i sindacati di base hanno proclamato lo sciopero generale e ci saranno manifestazioni in ogni provincia. Perchè non partecipare anche noi ai cortei, magari rendendoci visibili con cartelli attaccati al collo che descrivano la nostra situazione? E se ognuno di noi, semplicemente, scrivesse un qualcosa di questo tipo: "DIPENDENTE ATA EX ENTI LOCALI - ANZIANITA' DI SERVIZIO TOT ANNI, MA SONO PAGATO PER ----- . RIDATECI INDIETRO GLI ANNI CHE CI AVETE RUBATO!" Se non ce la facciamo per questa volta, pensiamo al futuro, tanto la situazione non cambierà e la crisi economica generale si farà sentire ancora di più. E allora perchè non pensare, oltre alla nostra partecipazione a scioperi e/o manifestazioni di carattere generale, anche ad altre cose? Tipo: piazzarsi in un giorno preciso in tutt'Italia davanti ai Provveditorati e /o alle Tesorerie per far conoscere a tutti con volantinaggi e carteli lo scippo che abbiamo subito e che stiamo ancora subendo? Dite la vostra, se volete e grazie per l'ospitalità. Mi presento: mi chiamo Adriano Zaccagnini, abito a Pisa e sono in pensione da due anni e mezzo circa. Per conto dei Cobas-Scuola ho organizzato ricorsi (tutti vinti davanti al Giudice del Lavoro) per 57 persone e ora, grazie a Berlusconi prima e a Prodi dopo (che non ha fatto nulla), ci troviamo a restituire i soldi degli arretrati legittimamente percepiti!

mercoledì 10 dicembre 2008

ALCUNI BUONI MOTIVI PER SCIOPERARE

Alcuni buoni motivi x scioperare il 12 dicembre,facciamoci sentire come cordinamento,urliamo il nostro dissenso della politica dei tagli, manifestiamo la nostra rabbia,in ogni città ci saranno delle manifestazioni,portate i nostri striscioni diamo visiblità ai nostri problemi,non aspettiamo che altri risolvono i nostri problemi.

enzo

Scuola: 13 euro in busta paga
10-12-2008 Scuola
Ecco gli aumenti e gli arretrati che il personale della scuola si troverà in busta paga a dicembre. Stiamo parlando della vacanza contrattuale liquidata in applicazione dell’art. 33 del D.L. 185 del 29 novembre 2008. La nota (n. 156/2008) del Ministero dell’Economia parla di aumenti a titolo provvisorio, in realtà queste cifre sono quelle reali e rendono evidente il bluff di Brunetta sul rinnovo dei contratti pubblici.
Si confermano le mille buone ragioni della Cgil che il 30 ottobre non ha firmato l'intesa politica con il governo per il rinnovo dei contratti pubblici e che prosegue la mobilitazione con lo sciopero generale del 12 dicembre.
Qualifica
Arretrati al 30.11.2008
Aumento mensile nello stipendio di dicembre
Aumentoinserito nella13^ mensilità
Collaboratore scolastico
69,15
10,17
10,17
Addetto all’azienda agraria
70,93
10,43
10,43
Assistente amministrativo/tecnico
77,47
11,39
11,39
Coordinatore amministrativo
88,61
13,03
13,03
Docenti scuola element/infanzia/educatori
89,63
13,18
13,18
Docenti diplomati scuola istituti secondo grado
89,63
13,18
13,18
Docenti scuola media/superiore
97,29
14,31
14,31
Direttori servizi generali amministrativi
102,42
15,06
15,06
Dirigenti scolastici
178,42
26,24
26,24
Dirigenti scolastici all’estero
146,12
21,49
21,49
Note
Le cifre riportate dalla tabella sono tutte al lordo delle ritenute previdenziali ed assistenziali (11,15%).
In busta paga le cifre sono evidenziate come segue: gli arretrati fino al 30 novembre sono al netto delle ritenute (11,15%), l’indennità di vacanza contrattuale del mese di dicembre è al lordo mentre la rata della 13^ è già comprensiva della suddetta indennità.
Sugli aumenti, oltre le ritenute previdenziali ed assistenziali (11,15%), grava l’Irpef calcolata secondo l’aliquota indicata nella busta paga
Roma, 10 dicembre 2008
Cobas: 12 dicembre sciopero generale della scuola
di mauro dal sito:
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20081209095937
12 dicembre sciopero generale della scuola.Il 12 dicembre, nel quadro dello sciopero generale convocato dai Cobas, dalla Cub e SdL, si terrà per l'intera giornata lo sciopero della scuola che coinvolgerà docenti ed Ata, studenti e ricercatori, dalla materna all'Università.Lo sciopero è convocato contro la Finanziaria e i tagli alla scuola e all'Università, per la cancellazione della legge 133 e della 169 (ex-decreto Gelmini), contro la privatizzazione dell'istruzione, la maestra unica e l'espulsione dei precari; perchè il denaro pubblico venga usato per aumentare i salari, le pensioni e gli investimenti nella scuola, nella sanità e nei servizi sociali e non per salvare banche fraudolente e speculatori; per avere subito il contratto scaduto da un anno per docenti ed Ata con il recupero di quanto perso negli ultimi anni; per l'assunzione dei precari su tutti i posti disponibili e per il riconoscimento dei diritti degli Ata ex-EELL; contro l'aumento del numero degli alunni per classe; per il diritto di assemblea e la democrazia sindacale.Il popolo della scuola pubblica, dalla materna all'Università, docenti, Ata, ricercatori, studenti e genitori, sarà in piazza insieme agli altri lavoratori in sciopero in dieci manifestazioni regionali (Roma - P.della Repubblica ore 10 - Milano, Torino, Genova, Venezia-Mestre, Firenze, Napoli, Potenza, Palermo, Cagliari) e in 7 manifestazioni provinciali (Brescia, Trieste, Pisa, Livorno, Viareggio, Bari, Brindisi).

martedì 9 dicembre 2008

TRIPLICE

Il coordinamento ex ata ee.ll chiede un incontro urgente con cgil cisl uil prima del 16/12/2008 ,giorno in cui la triplice si incontra con l'ARAN,per stabilire una volta per tutte le nostre richieste che sono; RIFARE LA TEMPORIZZAZIONE CON DECORRENZA 1/1/2000/CON IL SALARIO ACCESSORIO TRASMESSO DAGLI EE.LL ALLE SCUOLE,MA MAI INSERITO NELLA RICOSTRUZIONE DI CARRIERA FATTA DALLE SCUOLE NEL 2001.I DENARI SONO GIACENTI PRESSO IL MINISTERO DEGLI INTERNI ,QUINDI NON OCCORRE UN FINANZIAMENTO AD HOC. Per quei lavoratori che vogliono continuare con i Giudici possono farlo liberamente a titolo personale, idem per gli ITP che hanno vinto le loro cause per il riconoscimento dei loro diritti , ma che non c'entrano nulla col la legge 124, ma che è contro una delibera degli ee.ll cominciata nel 1984/85.
SALUTI
ottorino mugnai
livorno

CHE FARE ? ? ?

Ciao a tutti ,
é bastato che un cardinale dicesse che avrebbero mobilitato il mondo della scuola privata e dopo un in un ora hanno trovato 120.000.000 di euro per le private.
Bisognerebbe contattare il Vaticano per il nostro problema (magari fanno sto miracolo) in quanto se va avanti cosi ,da Natale in avanti andremo tutti a mangiare alla Caritas.
I soldi ci sono basta vedere cosa hanno stanziato con la prossima finanziaria .
Nel testo sottoriportato un breve stralcio dell'intervento IDV di Antonio Borghesio alla camera in occasione della finanziaria.
Ha ragione qualcuno ha dire che che del nostro problema non ne frega un emerito fico secco a nessuno.......
che fare......................siamo una armata brancaleone con armi spuntate ,a meno che come diceva qualcuno non si adoperino le manieri forti........occupazioni e chi ne ha piu ne metta.
Il problema non si risolverà comunque in quanto questo governo vuole lo scontro sociale che di per se e già in atto.
Per quello che potrà servire il sottoscritto il 12 dicembre scenderà in piazza e sciopererà contro questa finanziaria a fianco della flc scuola,cobas,cub,sdl intercategoriale con lo striscione degli ex enti locali.
Invito tutti a partecipare e dare visibilità ai striscioni ex enti locali.
Enzo
Stralcio Testo dell'intervento alla camera : Onorevole Antonio Borghesi del 3 dicembre
Non possiamo dare la fiducia ad un Governo che, con la scusa di salvare i risparmiatori, dà soldi alle banche (e ben più di quelli prelevati da Robin Tremonti), senza alcuna condizione, neppure quella di garantire più credito alle piccole e medie imprese o di eliminare i vergognosi bonus di manager capaci solo di pensare ai propri interessi con i soldi degli altri. Mi riferisco, in particolare, alle cifre da capogiro incassate, ad esempio, dal signor Passera, deus ex machina di tante operazioni finanziarie e politiche. Si tratta di cifre che sono schiaffi continui in faccia alle famiglie che faticano a sopravvivere.
Non possiamo dare fiducia ad un Governo che distingue tra il federalismo delle parole, promettendo la responsabilità di chi amministra, e il federalismo dei fatti, che regala 500 milioni alla Campania, con la scusa dei rifiuti, 150 milioni a Palermo, 140 milioni al decotto comune di Catania, il cui ultimo amministratore, come premio per il disastro compiuto, siede nei banchi del Parlamento, 500 milioni a Roma, non meno indebitata di altre grandi città, e 38 milioni al Belice, per un terremoto di quarant'anni fa........................
Non possiamo dare fiducia ad un Governo che rapina persone debolissime, come i danneggiati da sangue infetto, i talassemici, i danneggiati da vaccinazioni e le loro famiglie. Dove sono finiti, Presidente, i 150 milioni di euro a loro destinati per il 2008, in aggiunta ai 180 previsti dall'ultima finanziaria del Governo Prodi e di cui si sono perse le tracce? Togliere soldi destinati a persone sofferenti è come perpetrare un furto due volte.....................
Non possiamo dare fiducia ad un Governo che taglia indiscriminatamente i fondi a scuola, università e cultura e che elimina migliaia di precari dopo averne richiesto i servizi per tre, cinque e persino dieci anni.
Vincenzo LO VERSO

mercoledì 3 dicembre 2008

Per Enzo LO VERSO

Ciao Enzo,
voglio innanzitutto ringraziarti anche a nome dei colleghi della provincia di Campobasso per il gran lavoro e il costante impegno che hai profuso unitamente ai colleghi del comitato nazionale per organizzare lo sciopero del 18 novembre e per tutti i successivi incontri avuti con i politici, funzionari del MIUR e altri organi istituzionali, per cercare di risolvere l'annosa questione del personale ata / itp ex ee.ll.
Voglio segnalare a qualche collega " distratto", che fin dalla sua costituzione il coordinamento nazionale non ha mai dichiarato di avere a portata di mano la soluzione del nostro problema. Le difficoltà sono tante, bisogna solo sperare che l'attuale Governo abbia la sensibilità di rendersi conto della grave situazione in cui ci troviamo e adotti i provvedimenti necessari. Sembra che i triconfederali stimolati dalle iniziative portate avanti dal Comitato, stanno sollecitando il Governo affinchè trovi una soluzione per il personale ex ee.ll. Nel ringraziarti ancora una volta per quanto stai facendo, ti assicuriamo la nostra vicinanza e il nostro costante appoggio per qualsiasi un’ulteriore iniziativa che riterrai opportuno intraprendere.
Cordiali saluti. Roberto DE CRISTOFARO.

COMMENTO DI ENZO LO VERSO

Nonostante la dedizione che alcuni di noi hanno fatto x poter organizzare al meglio lo sciopero -manifestazione ed preparare emendamenti x farli far presentare da alcuni partiti politici( sia di maggioranza che di minoranza) alcuni colleghi non sono contenti della linea politica sindacale che il coordinamento ha fatto tuttora.

Se si vogliono cambiare strategie a mio parere bisogna partecipare in primis alle riunioni del coordinamento quando si fanno , quando si organizza uno sciopero manifestazione bisogna dare la propria disponibilità a esserci e far partecipare i colleghi della propia zona.

Troppo facile sarebbe emettere sentenze sul lavoro che ha fatto il coordinamento in questi mesi.

Se ci sono persone qualificate che hanno metodi diversi ben vengano,resta inteso che avrete il mio assenso solo se i metodi di lotta sono nella legalità.

Tutti sapevamo che gli arretrati ci venivano richiesti essendo un atto dovuto visto le sentenze negative dei giudici,e da 4 mesi che i miur regionali d'italia si sono attivati x il recupero non scopriamo l'acqua calda.

ps=SCUSATE GLI ERRORI GRAMMATICALI MA HO SOLO LA TERZA MEDIA


enzo

CAMBIARE STRATEGIA DI CARLO BERTANI

Le ultime notizie che narrano delle restituzioni coatte, anche per chi ha solo una sentenza di secondo grado sfavorevole, sono l'evidenza lampante che la guerra è stata dichiarata. E, per come stanno andando le cose, la stanno vincendo alla grande.
E, qui, chiamo in causa il Comitato Promotore delle iniziative - Giuseppe Ceccarelli, Vincenzo Lo Verso, Marco Damasceni e avrò certamente dimenticato qualcuno - perché non si possono nascondere dietro ad un dito, e continuare a pubblicare comunicati e testi di (im)probabili emendamenti alla Finanziaria.
Quando iniziò questa avventura, mi fu chiesto di fare da portavoce del Comitato - sono uno scrittore, e quindi mi sembrava doveroso farlo - ma, da subito, quel che scrivevo non andava mai bene: troppo aggressivo, tagliente, corrosivo. E mi chiedevano di "tagliare".
Faccio notare che fui l'unico ad affrontare l'argomento, postandolo parecchio tempo fa sui blog nazionali, con un articolo: "La Nazionale avversaria"
( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=4406)
che fu ripreso da Beppe Grillo, da BlogBabel e da tanti siti e blog.
Il tema portante di quell'articolo era la completa collusione del potere, nelle sue varie forme destra/sinistra, e la nostra vicenda era emblematica al riguardo. Quale doveva essere la strategia?
Attacco globale. Mi spiego.
Della nostra vicenda - è bene ficcarselo in testa - a nessuno frega un emerito picchio e, a mio parere, siamo già sconfitti perché siamo caduti nella trappola di difenderci invece d'attaccare. Come attaccare? Dove il nemico è più debole.
Mi fu chiesto di cancellare dai comunicati ogni riferimento ad Alitalia - sgradito al Governo in carica, meglio soprassedere e non irritarli... - mentre "legare" la nostra vicenda a quella più visibile di Alitalia non ci avrebbe fatto perdere nulla, anzi.
Poi, l'Europa. Scrissi che era necessario mettere in primo piano il ricorso in sede europea, facendo presente che già esiste una sentenza che obbliga Rete4 sul satellite. Della serie: forse, minacciando la "coppia", Berlusconi avrebbe preferito darci i nostri quattro soldi piuttosto di far montare sui media la polemica per entrambe le sentenze. Anche qui, mi fu chiesto di "soprassedere".
I vari "correttori" dei miei comunicati s'affannavano nella pratica dei "pompieri": alla fine, risultavano insipidi come l'acqua distillata. Ecco, oggi, i risultati.
Chi ha stabilito questa strategia non ha capito e continua a non comprendere nulla di comunicazione: dei tanti bei proclami - scritti rispettando il canone sindacal / burocratese - a nessuno importa un fico secco. Servono a tenerci impegnati, a credere di lottare, poi finiscono nel cesso. Sono dieci anni che andiamo avanti in questo modo, ed i risultati si sono materializzati oggi.
Senza comprendere che la nostra vicenda fa parte di una strategia globale d'attacco ai lavoratori, non si va da nessuna parte: Berlusconi sta rastrellando soldi ovunque, perché ha bisogno di fondi per il megaprogetto delle infrastrutture, che genererà tangenti con le quali sorreggerà l'impianto nel territorio del neonato PdL.
Pizza, l'ARAN e tutta la pletora insipiente dei nostri "interlocutori" sono vuote maschere, dietro c'è il nulla: contano solo Tremonti e Brunetta, che hanno promesso tanti soldi al Cavaliere (Brunetta diventò ministro perché promise 18 miliardi di risparmi nella Pubblica Amministrazione).
Come uscirne?
Premetto che ci sono stati troppi errori di strategia a monte, e continuano: perciò, consiglierei d'iniziare a consultare le finanziarie per salvare la casa. Sarà miseria nera.
Se saremo ridotti alla fame, come tali dovremo comportarci.
Gli unici due modi per uscirne sono legati all'evidenza mediatica: andare all'Isola dei Famosi oppure a chiedere la carità. Non sto scherzando.
Siccome dubito sulla praticabilità della prima soluzione, la seconda è l'unica che ci rimane.
Potremo chiedere - legalmente - una licenza d'accattonaggio ai Comuni e poi, dandoci dei turni all'ingresso degli ipermercati, presidiare con vistosi cartelli gli ingressi. Della serie: questo è il Natale italiano.
Se i Comuni fanno storie, incatenarsi a più riprese: obbligarli all'evidenza del problema, al massimo si rimedia una multa (tutta da discutere di fronte al Giudice: altra occasione mediatica).
Poi, foto ed articoli postati sui tanti blog europei: la notizia finirebbe su El Pais, su Le Monde, sulla Frankfurter Allegemeine, sui tabloid inglesi. Potrebbe scapparci anche qualche passaggio in TV.
Potremmo chiedere 10 centesimi di contribuo da devolvere ad Emergency (coinvolgendoli nell'impresa) per far sapere che ancora esistiamo, che non consegneremo a Brunetta le nostre case ed il futuro dei nostri figli.
Ritengo che molte persone debbano compiere - da qui a Natale - un corso "accelerato" di politica e comunicazione. Altrimenti, non perdiamo più tempo a rincorrere le varie segreterie (COBAS a parte) sindacali e politiche: è solo tempo perso.
Io, sono disponibile a fare da coordinatore dell'impresa, ma bisogna fare in fretta.
Carlo Bertani

Ecco i miei recapiti:



posta@carlobertani.it www.carlobertani.it http://carlobertani.blogspot.com/
Con i miei più cordiali saluti
Carlo Bertani posta@carlobertani.it www.carlobertani.it http://carlobertani.blogspot.com

DAL SITO DELLA CISL SCUOLA

Personale ATA ex Enti Locali
L'annosa questione dell'inquadramento del personale ATA trasferito dagli Enti locali allo Stato (ex lege 124/99) ha trovato uno spiraglio di soluzione con la legge finanziaria 2008 ove si fa riferimento ad una disamina della posizione giuridico ed economica all'interno dei rinnovi contrattuali.
In relazione a ciò, anche su sollecitazione della CISL Scuola, l'Amministrazione ha effettuato una rilevazione per l'acquisizione a sistema delle informazioni complessive del personale interessato.
La CISL Scuola, fin dalla pubblicazione della suddetta Finanziaria, ha sollecitato i Ministeri competenti affinché alle enunciazioni facessero seguito atti concreti, con lo stanziamento delle risorse indispensabili per la definizione della controversia.
Risorse aggiuntive e finalizzate, indispensabili per affrontare l'intera problematica, sono state richieste e sollecitate con forza anche durante la riunione del "tavolo contrattuale" svoltasi all'Aran lo scorso 18 novembre.
La CISL Scuola
ribadisce la volontà a "chiudere la partita" in senso positivo per i lavoratori;
richiede che questa stessa volontà sia fatta propria dal Governo e dal Parlamento attraverso lo stanziamento dei necessari finanziamenti nella Finanziaria 2009.

lunedì 1 dicembre 2008

DECRETO LEGGE 29 novembre 2008, n. 185

DECRETO-LEGGE 29 novembre 2008 , n. 185
Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e
impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico
nazionale.


TITOLO V
Disposizioni finanziarie


Art. 34.

LSU Scuola

1. Per la proroga delle attivita' di cui all'articolo 78, comma 31,
della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e' autorizzata la spesa di 110
milioni di euro per l'anno 2009.
PER IL PERSONALE ATA / ITP EX EE.LL. E' SEMPRE PROBLEMATICO TROVARE LE RISORSE FINANZIARIE PER RIDARCI I NOSTRI DIRITTI CHE CI SONO STATI SCIPPATI.

COMUNICATO STAMPA ( dall'Agenzia ANSA )

SCUOLA: PIANO; UGL, MINISTRO CONVOCHI I SINDACATI
''Ci sono ancora dei nodi da chiarire sulla riforma della scuola e per questo ci aspettiamo che il ministro incontri presto i sindacati, al fine di individuare soluzioni piu' appropriate e superare questioni ancora irrisolte''. E' il commento del segretario nazionale dell'Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, al via libera della Commissione Cultura della Camera al progetto di riforma del ministro Gelmini. Secondo il sindacalista i punti da affrontare ancora riguardano ''i fondi per le spese di funzionamento delle istituzioni scolastiche, per la sicurezza con la messa a norma di tutti gli edifici, per il rinnovo del contratto di lavoro equiparando gli stipendi italiani a quelli europei. Le risorse per l'immissione in ruolo del personale precario con copertura di tutti i posti vacanti e con un chiaro impegno nei confronti dei lavoratori socialmente utili. L'inquadramento dei lavoratori transitati dagli Enti locali allo Stato ai sensi della Legge 124/99, con il riconoscimento di tutta l'anzianita' di servizio maturata presso l'ente locale di provenienza''. ''Ci aspettiamo - conclude Mascolo - conferme reali in merito al mantenimento del tempo pieno, alla valorizzazione didattica dei singoli istituti, di tutto il personale con percorso condiviso con le organizzazioni sindacali e alla tutela dell'insegnamento del sostegno con garanzie alle famiglie degli alunni diversamente abili''. Roma, 27 novembre 2008

venerdì 28 novembre 2008

TESTO EMENDAMENTO INVIATO DA VINCENZO LO VERSO

Si invia a tutti il testo emendamento che il Coordinamento Nazionale Ata-itp ex enti locali insieme a Unicobas tramite l'Italia dei valori ha presentato nelle prime ore di stamani.
Inoltre é stato trasmesso a tutti i Senatori della Repubblica la nostra cronistoria dal 2000 a oggi e l'emendamento da noi proposto .

Speriamo che nonostante il clima politico e le restrizioni economiche il quale il paese attraversa ci sia data la nostra dignità di lavoratori stanziando i fondi necessari in applicazione della legge.(Finanziaria per il 2008, all'art. 3, comma 147)

Le osservazioni con i suggerimenti dei colleghi sono stati applicati.

EMENDAMENTO AS.1209 Art. 2
Dopo il comma 43, aggiungere i seguenti:
43-bis. All'articolo 81, comma 21 , del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: «con l'aliquota del 16 per cento», con le seguenti: «con l'aliquota del 23 per cento». 43-ter. All'articolo 81, comma 16, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: «5,5 punti percentuali» con le seguenti: «6,5 punti percentuali». 43-quater. All'articolo 82, ai commi 1 e 3, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: «nei limiti del 96 per cento del loro ammontare» con le seguenti: «nei limiti del 92 per cento del loro ammontare», ed ai commi 2 e 4, sostituire le parole: «nei limiti del 97 per cento del loro ammontare» con le seguenti: «nei limiti do193 per cento del loro ammontare».
43-quinquies. All'articolo 82, comma 11, lettera a), del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sostituire le parole: «0,30 per cento» con le seguenti: «0,20 per cento».
Conseguentemente, dopo l'articolo 2, aggiungere il seguente:
"2-bis. 1. Al fine di provvedere alla ricostruzione delle posizioni economiche del personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo (ATA) e degli Insegnanti Tecnico-Pratici (ITP), transitati dal comparto Enti Locali ai ruoli del Comparto Scuola per effetto di quanto stabilito all'articolo 8 della legge 3 maggio 1999, n.124, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro, a decorrere dal 2009, a favore del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. La ricostruzione delle posizioni economiche del predetto personale dovrà avvenire a partire dal 1 gennaio 2000, considerando integralmente l’anzianità maturata presso gli Enti di provenienza sia ai fini giuridici che economici. La ricostruzione delle posizioni economiche verrà effettuata nei confronti di coloro che sono ancora in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, nonché nei confronti di coloro che, alla medesima data, sono in posizione di quiescenza.
2. Con decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, da adottare entro il 30 marzo 2009, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, verrà effettuata la ricostruzione delle posizioni economiche del personale di cui al comma 1, previa rilevazione nazionale del personale interessato, prevedendo altresì la liquidazione dell’anticipo sulle spettanze che dovrà avvenire entro il 30 giugno 2009. In sede di rinnovo contrattuale del personale della scuola relativo al biennio economico 2008-2009 si tiene conto dell’adeguamento alle nuove posizioni stipendiali maturate dal personale in oggetto. Per gli anni successivi al 2009 si provvede ad adeguare lo stanziamento di cui al presente articolo ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d) della legge 5 agosto 1978, n.468, in modo tale da reperite le risorse necessarie a sanare completamente la situazione pregressa del personale di cui al comma 1, nonché di quanto verrà stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale relativa al biennio economico 2008-2009 al fine di un definitivo adeguamento stipendiale di coloro che risultino ancora in servizio."

giovedì 27 novembre 2008

TUTTI NE PARLANO E NIENTE SI MUOVE

DAL SITO DELLA FLC NAZIONALE
Non ci sono i presupposti di base per rinnovare i contratti: mancano le risorse, nessun intervento per ridurre il precariato e limitare i danni dell’erosione fiscale degli ultimi anni che dà ai lavoratori una percezione distorta degli aumenti realmente percepiti. Questi sono i principali motivi per cui il 30 ottobre 2008 la Cgil, a differenza di Cisl, Uil e Snals-Confsal, non ha sottoscritto l'intesa con il governo sui contratti pubblici. La proposta del governo è stata una vera e propria sfida a tutti quei lavoratori, oltre un milione, che nella stessa giornata avevano scioperato per dire no al piano della Gelmini. L’intesa del 30 ottobre non aggiunge neanche un euro al precedente quadro sulle risorse come conferma anche l’atto di indirizzo per la trattativa del biennio economico 2008/9. Questa povertà aveva spinto tutte le organizzazioni sindacali a proclamare lo sciopero sia nel pubblico impiego che nei settori della scuola, dell'università e della ricerca. Vediamo in concreto le risorse a disposizione: 2008: un aumento mensile medio lordo di circa 7-8 euro per compensare la vacanza contrattuale; 2009: un aumento di circa 70 euro lordi mensili. In pratica, a fine biennio (31.12.2009) i lavoratori si ritrovano in tasca un aumento medio mensile del 3,2%, che tradotto in cifra fissa è di 60 euro nello stipendio mensile e 10 sulla parte accessoria. In particolare nella scuola non ci sono nemmeno le risorse aggiuntive frutto dei risparmi. Infatti, secondo il piano della Gelmini, le economie (30%) derivanti dai tagli saranno disponibili a partire dal 2010. Quindi, la scuola subisce i danni della manovra economica del Governo (riduzione dei posti, decurtazione del salario accessorio in caso di malattia, ecc) senza avere alcun beneficio in questo biennio. Dunque, gli impegni verbali e molto generici del ministro Brunetta sull’utilizzo dei risparmi non riguardano la scuola. È chiarissimo, la proposta di incremento retributivo che ci è stata offerta a Palazzo Chigi è del tutto inadeguata se correlata all'aumento reale del costo della vita che, a fine biennio, sarà più del doppio dell’aumento proposto (3,2%). A questa miseria non si accompagna neppure un investimento per compensare l'aumento dei carichi di lavoro effetto del taglio dei posti. L'incremento stipendiale al netto delle tasse, che il Governo non ha alcuna intenzione di ridurre, si tradurrà in circa 49-50 euro netti al mese per le qualifiche medio-alte, e poco più di 20 nel caso delle qualifiche più basse. Che fine ha fatto l'impegno preso dalla Gelmini al suo insediamento in Parlamento di retribuire meglio i docenti della scuola! Solo pochi mesi dopo si scopre che i soldi non ci sono (per questo). Il Governo vuole destrutturate gli attuali meccanismi contrattuali, impoverire le retribuzioni, precarizzare posti e salario dei pubblici dipendenti per dare più opportunità ai gestori delle scuole private. Non si salva neppure la dirigenza scolastica, le qualifiche alte a cui il governo dice di guardare con favore. Bene, non c'è ancora nemmeno l'atto d'indirizzo per il rinnovo del primo biennio 2006-2007. Sui contratti scaduti da quasi 3 anni, dirigenza ed enti di ricerca, non ci si può accontentare di un generico riferimento all'apertura delle trattative contenuto nell'intesa. Tutto questo non è serio. Le proposte della FLC per il rinnovo del Ccnl Per ottenere un vero riconoscimento sociale ed economico del personale della scuola secondo la FLC è necessario: raddoppiare le risorse da destinare al rinnovo del contratto sul secondo biennio economico 2008-2009 per tutelare il reale potere d'acquisto dei salari; ridefinire la struttura retributiva (vedi art. 77 del Ccnl/07), trasferendo la retribuzione professionale docente, il compenso individuale accessorio del personale Ata e l’indennità del Dsga dal salario accessorio a quello fondamentale. Queste voci vanno comunque aumentate per innalzare il trattamento economico; rafforzare il ruolo della contrattazione di secondo livello, che oggi conta su una disponibilità media pro capite di circa 1.250 euro lordi l’anno. Per dare più valore e soggettività alle diverse professionalità, permettere una progressione di carriera professionale di docenti e Dsga, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici (vedi ex art. 7), ampliare l’autonomia scolastica e il protagonismo dei lavoratori queste risorse vanno triplicate. La contrattazione di secondo livello deve essere lo strumento per dedicare una parte delle risorse al riconoscimento delle specificità professionali. Ad esempio per dotare i docenti di una card per spese di formazione, acquisto pc, ingresso musei; individuare, all’interno del secondo biennio economico, risorse adeguate per lo sviluppo professionale e la carriera dei docenti (vedi art. 24 del Ccnl 29 novembre 2007); superare l’handicap del precariato, dando durata triennale ai contratti individuali di lavoro del personale a tempo determinato. Questo è un elemento di qualità del servizio perché favorisce la continuità didattica specialmente nel caso di insegnati impegnati con gli alunni diversamente abili; equiparare progressivamente il trattamento economico e giuridico del personale a tempo determinato a quello a tempo indeterminato (art. 90 Ccnl); stanziare fondi ad hoc per risolvere il problema dell’anzianità dei Dsga assunti prima del 2001, in analogia a coloro che sono stati immessi nella funzione successivamente. Vedi la raccomandazione unanime della VII commissione cultura della Camera durante la precedente legislatura; stanziare finanziamenti specifici per esaminare “la posizione giuridico-economica” del personale docente e Ata transitato dagli EE.LL. (vedi art. 3 comma 147 legge finanziaria 2008); ripristinare il primato della contrattazione sulle materie che riguardano il rapporto di lavoro: diritti, doveri, opportunità, salario e organizzazione del lavoro. In questa logica vanno fermati i provvedimenti di rilegificazione previsti dalla manovra d’estate (L. 133/08). Così come vanno modificati e/o ritirati i provvedimenti contenuti in diversi disegni di legge presentati dal Governo in materia di contrattazione e stato giuridico del personale. Essi ci riportano a un modello arretrato di amministrazione pubblica e ci allontanano dai sistemi europei.

AI COLLEGHI ATA / ITP EX EE.LL.

Cari colleghi sono uno dei tre Triestini venuti a Roma per la manifestazione del 18 novembre, al ritorno nella nostra città ci siamo ritrovati le lettere da parte del tesoro con le quali pretendono la restituzione degli arretrati e ci notificano il nuovo stipendio. Io devo restituire 38.600 euro 21.700 entro un mese e 16.900 con cessione del quinto dello stipendio per una rata mensile di 283 euro. Visto che sono stato retrocesso dalla classe di anzianità dei 28 anni a quella dei15 il mio stipendio e passato nel mese di novembre dai 1640 euroa 1029 euro dopo 31 anni di lavoro è una bella soddisfazione.Io sono iscritto alla cgil e il sindacato dice che non abbiamo in questo momento nessuna possibilità, fino al 2010 non si aprirà nessun spiraglio per trovare una soluzione a livello contrattuale. Io lo so che la colpa di tutto questo è anche dei sindacati ma noi non dobbiamo arrenderci, dobbiamo cercare di far parlare di noi, una cosa che potremmo fare insieme e di mandare più e- mail possibili a tutte le trasmissioni tipo anno zero,ballarò, l'infedele,exit, mi manda rai tre, lo so che qualcuno lo ha già fatto ma bisogna insistere. Mandiamo e- mail anche ai deputati di tutti i schieramenti in particolare per esempio alla Santanchè ringraziandola per l'emendamento da lei presentato nel 2005, forse non lo sa cosa ha provocato a migliaia di famiglie italiane.Proviamo anche a scrivere alle redazioni dei giornali locali e nazionali cerchiamo di far parlare di noi. Teniamoci in contatto tutti quanti e chiunque ha delle idee le divulghi.NON ARRENDIAMOCI

venerdì 21 novembre 2008

RINNOVO CONTRATTO

Pubblicato su CISL SCUOLA (http://www.cislscuola.it)
CCNL biennio 2008-2009. Il resoconto dell'incontro all'ARAN (2ª riunione del "tavolo contrattuale")
Pubblicato il 18/11/2008 - 20:43
L'Agenzia ha presentato una "bozza di articolato" molto sintetica (quattro articoli) che prevede unicamente l'aggiornamento - con le disponibilità già note dello 0,4% per il 2008 e del 3,2% per il 2009 - delle tabelle stipendiali attualmente in vigore.
La quantificazione delle risorse porta ad un aumento medio, a regime, di € 73,00: più specificatamente di € 55,40 per il personale ATA e € 77,50 per il personale docente, comprensivo pure dello 0,46 (€ 10,50) circa da destinare al merito, alla contrattazione di secondo livello e - secondo gli intendimenti dell'ARAN - al FIS.
Prendendo atto della disponibilità dei dirigenti ARAN ad analizzare, oltre all'Atto di Indirizzo, anche le Sequenze del 1° biennio rimaste aperte o che hanno rinviato alcune decisioni, la posizione della CISL Scuola - esplicitata dall'intervento del suo Segretario Generale - ha ribadito che rimane aperta tutta la questione rivendicata nella piattaforma unitaria, che ha portato alla manifestazione dello scorso 30 ottobre e alla così grande partecipazione allo sciopero dalle percentuali di adesione mai raggiunte prima.
In primis, le disponibilità devono essere integrate con risorse "fresche", derivanti anche dai "risparmi di sistema", così come è avvenuto nei due precedenti rinnovi contrattuali.
Risorse aggiuntive e finalizzate sono anche necessarie se si vuole affrontare la problematica concernente il personale ATA ex Enti Locali.
E' stato chiesto, inoltre, il monitoraggio - da utilizzare in questo rinnovo - di tutto quanto non è stato speso nel biennio precedente.
Considerata, altresì, la cifra pro-capite a disposizione per il rinnovo che permette unicamente il recupero inflattivo, la CISL Scuola ha chiesto che detta cifra sia collocata tutta ed esclusivamente sullo "stipendio tabellare" e che, anzi, entrino a far parte dello stesso anche RPD e CIA, in coerenza e a seguito di un'azione intrapresa già nel 1° biennio contrattuale, a salvaguardia del potere d'acquisto dei salari e quale investimento a garanzia del futuro.
Per quanto riguarda il merito e la valutazione del "sistema scuola" è stato ribadito che il tutto è ben riportato nel vigente CCNL e (come è stato già affermato nella riunione di martedì scorso) nulla in più è possibile senza un'ulteriore disponibilità economica e senza la costituzione e l'attivazione di un sistema nazionale di valutazione.
Infine, reiterando quanto già affermato nell'incontro precedente e riconoscendo la specificità di questo contratto - che risulta essere un "accordo-ponte" nei confronti di una valorizzazione della "triennalità" e di nuove relazioni sindacali - si è rigettato il punto dell'Atto di Indirizzo che propone tabelle relative ad un'indennità di vacanza contrattuale per il 2010 pari ad un tasso di inflazione dell'1,5%.
Prossimi incontri calendarizzati: mercoledì 26.11 (ore 16), per la parte normativa e mercoledì 3.12 (ore 16), per la parte economica.

INIZIATIVA UIL - Personale Ex Enti locali

Presidente della Commissione Programmazione
economica, bilancio del Senato
Senatore Antonio Azzollini
Presidente della Commissione bilancio della
Camera dei Deputati
Onorevole Giancarlo Giorgetti
Ministro dell’Economia e delle Finanze
Onorevole Giulio Tremonti
LORO SEDI
Roma, 19 novembre 2008
Oggetto: Personale transitato dagli enti Locali allo Stato in attuazione della legge 3 maggio 1999, n. 124
La vicenda dell’inquadramento del personale transitato dagli Enti Locali, in applicazione della legge 124/99, vede indicata, all’interno della finanziaria 2008, una possibile soluzione, che, per essere attuata necessita di uno stanziamento specifico.
La finanziaria 2008, nell’art 3 comma 147, prevede che, in sede di rinnovo contrattuale sia
“…esaminata anche la posizione giuridico-economica del personale ausiliario, tecnico e
amministrativo trasferito dagli enti locali allo Stato in attuazione della legge 3 maggio 1999,
n.124.”
Questo importante impegno deve necessariamente essere tradotto in atti concreti a cominciare dallo stanziamento di risorse aggiuntive finalizzate allo scopo. Questi finanziamenti sono indispensabili per arrivare ad una soluzione del problema del mancato riconoscimento delle anzianità attraverso il Ccnl che servirebbe anche ad omogeneizzare i trattamenti di personale che, nelle medesime posizioni giuridiche, si trova anche per il diverso esito dei vari contenziosi, in situazioni molto differenziate. A questo proposito, su nostra sollecitazione, il MIUR ha attivato un monitoraggio per rilevare le posizioni giuridiche ed il relativo impegno di spesa.
La finanziaria 2009, pertanto, dovrebbe indicare le somme e gli strumenti per procedere ad una intesa contrattuale che affronti il riconoscimento dell’anzianità.
Distinti saluti
Massimo Di Menna
Segretario Nazionale

APCOM collaboratore di Associated Press

Scuola; Conclusa protesta a Montecitorio personale ex enti locali

21:22 - CRONACA- 18 NOV 2008

Da domani lavoratori Unicobas svolgeranno solo mansioni minime Roma, 18 nov. (Apcom) -

Alcune centinaia di collaboratori scolastici e personale di segreteria degli istituti hanno manifestato oggi davanti a Montecitorio dalle 10 alle 18 per sensibilizzare il governo sulla vicenda dei circa 50.000 amministrativi, tecnici ed ausiliari transitati nel 2000 dagli enti locali allo Stato: la mobilitazione si è sviluppata anche attraverso lo sciopero indetto, come la manifestazione, da Unicobas ed Sdl intercategoriale, insieme al coordinamento nazionale Ata e Itp ex enti locali. "Il 10% di adesioni allo sciopero secondo il dato (sottostimato) del ministero dell'Istruzione relativamente ai 42.000 amministrativi, tecnici ed ausiliari transitati dagli enti locali alla scuola nel 2000, testimonia di una buona riuscita della protesta", commenta Stefano D'Errico, leader Unicobas. La problematica, nata a seguito del mancato riconoscimento dell'anzianità lavorativa pregressa, sviluppata presso comuni e province, è stata esposta da una delegazione dei manifestanti a Francesco Melendez dell'Aran. In precedenza i lavoratori hanno anche incontrato i segretari di Cisl e Uil Scuola, rispettivamente Francesco Scrima e Massimo Di Menna. "All'Aran- spiega D'Errico - è stata rappresentata la situazione degli Ata provenienti dagli enti locali, perché venga considerata nell'ambito della trattativa sul rinnovo del contratto scuola. Di Menna si è impegnato ad appoggiare le richieste del coordinamento, inviando, come l'Unicobas, una nota formale ai presidenti dei due rami del Parlamento ed a tutti i gruppi politici, per chiedere un emendamento per lo stanziamento di risorse economiche adeguate a sanare la situazione". Il sindacato promotore della protesta ha anche preannunciato che a partire da domani i lavoratori in mobilitazione si asterranno dallo svolgere attività non prettamente inerenti il loro profilo professionale: si atterranno, infatti, allo stretto rispetto del mansionario. "La mancanza di disponibilità agli straordinari si farà sentire: i 'fannulloni' (il riferimento è al ministro Renato Brunetta;ndr) lavorano infatti sotto organico e l'assenza di ore aggiuntive può bloccare una scuola. Così sarà chiaro che l'amministrazione è andata avanti sino ad oggi facendo le nozze coi fichi secchi. Oggi nuovi scenari s'aprono, soprattutto perché la vertenza è approdata alla suprema Corte europea e ci sono buone possibilità che i sacrosanti diritti del personale Ata ex enti locali siano riconosciuti", conclude D'Errico.